(Reuters Health) – La tedesca Merck KGgA starebbe considerando l’ipotesi di vendere il suo business di prodotti di auto-medicazione, che genera vendite per un miliardo di dollari l’anno, per puntare sulle ricerche relative ai farmaci etici. Secondo quanto dichiarato dall’azienda tedesca, per restare competitivi nel settore dei farmaci da banco sarebbero necessari ulteriori investimenti. Per questo starebbe considerando la vendita o una partnership strategica, sottolineando che comunque si tratta di ancora di un’ipotesi e che niente si concluderà se non nei primi mesi del prossimo anno. Secondo gli analisti di Bernstein, la vendita di questa Business Unit potrebbe far recuperare 4,4 miliardi di dollari a Merck. “I farmaci da banco sono un settore maturo e ci sono diversi attori chiave che potrebbero intervenire”, ha spiegato Bernstein, citando Reckitt Benckiser come capofila, GlaxoSmithKline, Johnson & Johnson, Bayer e Sanofi. Secondo alcuni rumors, i dirigenti dell’azienda tedesca avrebbero, nel corso degli ultimi anni, rimandato la vendita della BU solo per il volere della famiglia Merck, fondatrice della società, che detiene ancora il 70% e che vorrebbe mantenere una strategia diversificata, secondo la quale i prodotti da banco, più ‘sicuri’, darebbero guadagni fissi rispetto ai più ‘volatili’ farmaci da prescrizione. L’azienda tedesca sta invece ultimamente puntando allo sviluppo di farmaci, appoggiando le sue speranze di crescita sull’immunoterapia Bavencio, antitumorale, e su un farmaco contro la sclerosi multipla, Mavenclad, dopo una serie di battute d’arresto. Merck ha anche costruito un business per l’approvvigionamento di laboratori di biotecnologie, con l’acquisizione di Millipore e Sigma-Aldrich, rispettivamente nel 2010 e nel 2016.
Nestlé alla finestra
Secondo Euromonitor International, il mercato globale dei prodotti di auto-medicazione è di 233,2 miliardi di dollari e Merck è al 32° posto, con una quota dello 0,4%, di un mercato molto frammentario. Negli ultimi anni si è però dimostrato un business su cui puntare, soprattutto per l’invecchiamento della popolazione e per l’aumento di consumatori attenti alla salute. Anche per questo Nestlé, la più grande azienda al mondo di prodotti alimentari, sarebbe interessata ad entrare in questo settore, che comprende anche prodotti per gli sportivi, per la nutrizione e per la gestione del peso corporeo. Il mercato chiave, quello americano, è però sotto pressioni e nel frattempo l’inglese Reckitt avrebbe fatto dei prodotti da banco il suo business di punta negli ultimi anni, facendo diverse acquisizioni. Nonostante abbia da poco acquistato, per 17 miliardi di dollari, Mead Johnson, che produce alimenti per l’infanzia, secondo Bernstein non è escluso che possa fare ancora un’offerta per il business di Merck, anche se l’azienda inglese ha rifiutato di commentare le ipotesi degli analisti. La revisione della strategia di Merck, comunque, arriva in un momento in cui l’azienda è in difficoltà, con un calo delle vendite dei cristalli liquidi, prodotti chimici utilizzati per produrre gli schermi LCD e una delle principali fonti di guadagno del gruppo, con rendite del 15% degli utili nello scorso anno.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)