Il 2017 di Menarini si chiude a quota 3,6 miliardi, contro i 3,5 dell’anno precedente. Un risultato molto positivo, conseguito in un arco temporale che ha visto il Gruppo intensificare la propria internazionalizzazione puntando all’area dell’Asia-Pacifico, dove conta di realizzare nel 2020 un miliardo di fatturato, di cui il 50% in Cina. Menarini – secondo un’analisi di Mediobanca – per fatturato è al 15/mo posto tra le multinazionali di ogni settore presenti in Italia . Un risultato assai significativo, se si considera che la proprietà del Gruppo è tutta Italiana. “E’ la nostra caratteristica migliore – dice Piero Corsa, direttore generale Menarini- e vorremmo rimanere come siamo, agili per sviluppare il business. La proprietà garantisce lo sviluppo e abbiamo la liquidità sufficiente per fare importanti acquisizioni in tempi brevi”.
La Cina è più vicina
L’Ebitda tocca i 500 milioni di euro e l’occupazione ha raggiunto quota 17mila dipendenti. Menarini punta alla Cina per oltrepassare la soglia dei 100 paesi in cui è già presente, e lo fa dal suo quartier generale di Singapore. “L’Asia Pacifico – ha sottolineato Luca Lastrucci direttore del board dell’Asia Pacifico di Menarini – cresce a ritmi sostenuti (5,8% del prodotto nazionale lordo), un mercato da 3 miliardi di persone nel 2050 che ha portato ad una crescita della quota del Gruppo del 16% nel 2017 rispetto all’anno prima, 372 milioni di fatturato e circa 416 previsti per il 2018 (+12%). Un mercato, quello farmaceutico, che in Asia vale circa 100 miliardi di euro con crescite importanti soprattutto in Cina , Sud Corea e Thailandia. Le cifre di sviluppo dell’area parlano di Paesi come il Vietnam con una crescita nel 2018 del prodotto interno lordo stimata a +6,3%, delle Filippine a +6,8%, della Malesia a +5,2%, del Vietnam a +6,3%, dell’Indonesia a +5,3%, dell’India a +6,6% e della Cina a +6,5% e con redditi procapite elevatissimi”.