Venerdì, dopo 8 ore di camera di consiglio, il Tribunale di Firenze ha condannato con sentenza di primo grado a 10 anni e sei mesi Lucia Aleotti, presidente di Menarini, e a 7 anni e sei mesi il fratello Giovanni, vicepresidente, per riciclaggio da frode fiscale a conclusione del processo che li vedeva a giudizio per accuse, a vario titolo, di evasione fiscale, riciclaggio e corruzione. Il Tribunale ha ordinato per gli imputati la confisca di oltre un miliardo di euro e anche che la presidente Lucia Aleotti dovrà risarcire, con 100 mila euro, la presidenza del Consiglio dei Ministri che si era costituita parte civile. Assolti tutti gli altri imputati, da Massimiliana Landini (mamma di Lucia e Giovanni) a Giovanni Cresci, Licia Proietti e Sandro Casini. Per alcuni capi di imputazione, anche i due fratelli Aleotti sono stati comunque assolti.
Secondo gli inquirenti, dal 1984 al 2010 sarebbero state utilizzate società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi, per far ‘lievitare’ il prezzo finale dei farmaci, grazie a un giro di false fatturazioni. Il danno per lo Stato sarebbe stato di 860 milioni di euro.
La difesa ha già annunciato il ricorso in appello. “Sinceramente io mi aspettavo qualcosa di meglio per quanto riguarda la sentenza, c’erano elementi seri per ritenere che un reato non ci fosse. Poi tutte le cose bisogna vedere come le motivano”. Cosi’ Sandro Traversi, difensore dei vertici della Menarini, che annuncia ricorso in appello dopo la sentenza di condanna “Useremo tutti gli strumenti possibili e immaginabili di impugnazione”, spiega Traversi, precisando: “Ora qualsiasi commento sarebbe fuori luogo perche’ non ho elementi per poterlo fare congruamente”. “La sentenza del Tribunale ha escluso l’esistenza della truffa ai danni del servizio sanitario nazionale consistente, secondo l’accusa, nell’ottenere prezzi gonfiati dei medicinali. Di conseguenza sono state respinte tutte le pretese delle aziende sanitarie. – spiega il collegio difensivo della famiglia Aleotti in una nota – La condanna per riciclaggio riguarda esclusivamente i capitali personali scudati dal dottor Alberto Sergio Aleotti che il tribunale ha ritenuto provenienti da frode fiscale. Lavoreremo ancora per far emergere ancor meglio, in appello, dalla enorme mole di documentazione acquisita al processo, le evidenti prove della estraneità dei nostri assistiti anche ai fatti per i quali oggi vi è una sentenza negativa”.
A seguito della condanna Lucia Aleotti si è dimessa nella giornata di sabato dai vertici di Farmindustria. Lo ha comunicato il presidente dell’associazione, Massimo Scaccabarozzi, che si dice fiducioso sull’esito finale della vicenda giudiziaria che riguarda Menarini. “Farmindustria ha ricevuto le dimissioni irrevocabili dalla carica di Componente del Comitato di Presidenza dalla dottoressa Lucia Aleotti a seguito della sentenza di condanna per frode fiscale in primo grado – fa sapere Scaccabarozzi – L’associazione, nel prendere atto che Lucia e Giovanni Alberto Aleotti sono stati assolti dall’accusa di truffa nei confronti del Servizio sanitario nazionale e che essi hanno fatto ricorso in appello, è fiduciosa che possano dimostrare nel successivo grado di giudizio la propria estraneità ai reati fiscali contestati. Il gruppo Menarini con i suoi circa 16 mila dipendenti – conclude Scaccabarozzi -rappresenta un grande patrimonio italiano che saprà certamente proseguire nel suo percorso di sviluppo internazionale”.