Medical device: Sophono (Medtronic) studia impianto cocleare a trasmissione cutanea

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Gli impianti cocleari potrebbero funzionare meglio se a stimolare i nervi della coclea fosse la luce anziché l’energia elettrica. Questo è quello che ha pubblicato il New Scientist riguardo a questi dispositivi elettronici molto sofisticati che agiscono sulla coclea e che sono in grado di sostituirne il funzionamento nelle persone sorde.

La Sophono – acquisita nel 2015 da Medtronic – sta progettando un apparecchio in grado di trasmettere vibrazioni audio attraverso la pelle e nell’osso, dove il segnale viene rilevato dalla coclea. A differenza degli apparecchi acustici, che amplificano i suoni, gli impianti cocleari usano segnali elettrici per saltare le parti danneggiate dell’orecchio e stimolare direttamente il nervo uditivo. Questi impianti sono in grado di distinguere tra una dozzina di frequenze sonore, mentre un orecchio normale può distinguere tra 2.000 diverse frequenze. Tuttavia è molto difficile aggiungere più frequenze agli impianti cocleari perché l’elettricità viaggia attraverso i tessuti.

Secondo quanto si legge sul New Scientist, Tobias Moser e il suo team dell’University Medical Center di Göttingen in Germania, stanno lavorando ad impianti cocleari in grado di stimolare il nervo con la luce, anziché l’energia elettrica, che non viaggia attraverso il tessuto. L’impianto utilizza piccoli dispositivi che emettono luce, o LED, e richiede l’ausilio della terapia genica per rendere i nervi sensibili alla luce. Il team ha sperimentato il suo progetto sui topi sordi, inserendo un gene modificato che ha permesso di rendere i nervi uditivi sensibili alla luce. Con l’impianto cocleare a 10 canali il gruppo è riuscito a  ripristinare l’udito. Ma la sfida è ancora aperta perché i ricercatori vogliono creare un impianto con 100 canali.

Una ricerca molto interessante che tuttavia è ancora ad alcuni anni di distanza dalla sperimentazione umana: prima sarà necessario standardizzare il processo e garantire sicurezza e affidabilità dell’impianto, oltre a trovare uno stratagemma per fare in modo che i LED durino più a lungo.

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