(Reuters Health) – L’India andrà avanti sull’imposizione di un tetto massimo per i medical device, nonostante la richiesta USA di tornare indietro sulla decisione del governo di imporre un limite al costo di stent cardiaci e protesi del ginocchio. Anzi, il governo indiano starebbe spingendo per mettere sotto controllo anche il prezzo di altre tre dispositivi usati nel trattamento dei disturbi cardiaci. Il mercato indiano dei dispositivi medici, che vale circa cinque miliardi di dollari, ha fino a oggi offerto buone opportunità ad aziende come Abbott e Boston Scientific. La prospettiva di un tetto massimo dei prezzi potrebbe cambiare questo scenario. Lo United States Trade Representative (USTR) ha scritto al primo ministro indiano, Narenda Modi, chiedendo di “non espandere il controllo dei prezzi ad altri dispositivi medici”. E proprio il mese scorso è arrivata la risposta dall’India: un secco no alla richiesta, dal momento che “è nel diritto del governo indiano imporre i limiti di prezzo”. Imporre un tetto ai prezzi di alcuni medical devices fa parte di un programma più ampio del Primo Ministro Modi per migliorare il sistema di sanità pubblica e aumentare l’accessibilità ai trattamenti. Tutto è iniziato lo scorso anno, quando il governo indiano ha messo un limite al prezzo di alcuni stent di fascia alta, fissandolo a circa 450 dollari dai precedenti 3 mila. La National Pharmaceutical Pricing Authority (NPPA) indiana sta ora spingendo per imporre ulteriori controlli sui prezzi, in particolare inserendo nella lista dei dispositivi con il tetto anche i baloon, sempre per interventi al cuore, cateteri e fili guida, che a detta della NPPA avrebbero “prezzi esorbitanti, molte volte più alti del prezzo dello stent stesso”. I produttori dei dispositivi medici, dal canto loro, sostengono che il meccanismo di controllo dei prezzi in India danneggerebbe l’innovazione, i profitti e gli investimenti futuri.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)