Con l’istituzione obbligatoria di registri nazionali e regionali degli impianti di dispositivi medici, si potrebbero ridurre gli sprechi e migliorare la gestione degli acquisti. Con i registri s’innescherebbe un processo virtuoso di spending review, che gioverebbe agli acquisti. È quanto sostiene Assobiomedica. “Una mappatura di tutti gli interventi effettuati e delle relative tecnologie utilizzate potrebbe definire con precisione i fabbisogni sanitari, così da bandire gare senza sprechi nell’approvvigionamento sia a livello locale che nazionale’, si legge nella nota diffusa dall’associazione industriale.
Gli esempi
“La collaborazione che Consip ha avviato con Gise (società italiana di cardiologia invasiva) e altre società scientifiche, – rileva Daniela Delledonne, presidente dell’associazione Biomedicali di Assobiomedica – dimostra l’importanza di avviare un confronto con gli operatori sanitari nella scelta delle tecnologie e nella definizione dei fabbisogni. Sarebbe più che mai utile che venissero istituiti dei registri il più completi possibile, per quantità e qualità delle informazioni raccolte, numero di regioni e aggiornamenti”. Un altro esempio, indicato da Assobiomedica, è il progetto RIAP-Registro italiano artroprotesi, avviato su base volontaria da un comitato scientifico composto dall’Istituto Superiore di Sanita’, Ministero della Salute e la stessa Assobiomedica. ”Se chi acquista venisse messo in condizione di consultare questi registri, si avrebbe un ulteriore strumento utile e appropriato nella lotta agli sprechi – conclude Delledonne – I registri consentirebbero di monitorare la tracciabilita e la vigilanza dei dispositivi medici, garantendo un maggiore livello di sicurezza e una migliore qualità delle cure”.