Dopo l’addio del CEO, Kare Schultz, che è andato a dirigere Teva, e con l’arrivo sul mercato di generici dei farmaci tra i più venduti, gli investitori cominciano a nutrire dei dubbi su Ludbeck. Tutto nonostante i buoni risultati nel terzo trimestre di quest’anno, con un utile operativo aumentato del 140% a 221,22 milioni di dollari, al di sopra delle aspettative, e la decisione di rialzare le stime per il 2017, portandole a 670,49-717,27 milioni di dollari dal precedente range di 638,63 – 700,94 milioni di dollari. I migliori profitti, però, sarebbero arrivati dalla stretta sui costi. Inoltre, in Nord America, dove Lundbeck genera circa il 65% delle sue vendite e il fatturato è cresciuto del 19%, anche il CEO ad interim Anders Gotzsche ha riconosciuto che i generici di prodotti come Xenazina, per la malattia di Huntington, che ha visto un calo del 24% nelle vendite in USA, limiterà la crescita in corso.