“L’Italia è storicamente uno dei poli strategici di ricerca e produzione dei farmaci e dei vaccini di Gsk. E’ rilevante l’impegno quinquennale di Gsk negli investimenti, che vede nel periodo 2020-2025 un totale previsto di 800 milioni di euro, di cui il 59% destinato ai vaccini e il 41% ai farmaci, mentre alla sola ricerca va il 14% del totale”. Lo ha detto Fabio Landazabal, presidente e Ad Gsk Italia, a margine di un convegno promosso da Gsk – oggi e domani a Roma (Auditorium della Tecnica) – con oltre 200 pneumologi italiani riuniti per fare il punto sulle nuove terapie a disposizione per le patologie respiratorie.
“In Italia – sottolinea – siamo presenti con impianti globali di manifattura biotecnologica per la prevenzione e per la messa a punto di terapie avanzate. Abbiamo inoltre un centro di ricerca unico al mondo per i vaccini e per la salute One Health, proprio per contribuire al benessere globale. Tutto questo impegno ci permette di attrarre investimenti pari a 800 milioni, bilanciati tra prevenzione e terapia. Quindi l’Italia è una posizione unica e siamo molto orgogliosi di essere in questo Paese”.
“In Gsk – ha proseguito – abbiamo una storia unica per le patologie respiratorie, una storia che ha avuto inizio nel 1974 con lo sviluppo della prima terapia per gestire la sintomatologia asmatica. E siamo qui oggi, 50 anni dopo, con nuovi farmaci che ci permettono in questo momento di pensare alla remissione completa della malattia. Inoltre, contribuiamo alla prevenzione primaria con vaccini nuovi che permettono al paziente di controllare la malattia e di prevenire comorbidità, come per il virus sinciziale o il fuoco di Sant’Antonio. In questi 50 anni la conoscenza delle patologie respiratorie è andata verso un’evoluzione seguita sempre dalla nostra capacità di mettere a disposizione del paziente le soluzioni più avanzate. ‘Ad ognuno il suo respiro’ è stato il nostro claim per sottolineare che ogni malato è unico e proprio per questo ha bisogno di una terapia personalizzata e di attenzione. Cinquant’anni al servizio dei pazienti con patologie estremamente invalidanti come asma e Bpco, fornendo le migliori soluzioni”. Gsk, sottolinea il presidente e Ad, “continua il suo impegno nell’aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’immunizzazione degli adulti, dei fragili e dei cronici. La prevenzione vaccinale in età adulta è un chiaro esempio dei risultati che possiamo raggiungere: se la rendessimo diffusa in età adulta come in quella pediatrica ed adolescenziale, otterremmo la protezione da malattie come influenza, polmonite pneumococcica, Herpes zoster e virus respiratorio sinciziale.
E visto che gli over 65 italiani rappresentano oggi il 23% (oltre 4 punti percentuali in più rispetto alla media Ue) della popolazione totale, e nel 2050 si prevede che saliranno fino al 35%, la “vera sfida è sviluppare vaccini effettivi per la popolazione adulta”, continua Landazabal. Con l’età cresce anche la fragilità, anzi – rimarca – cresce più velocemente, soprattutto tra i cronici che hanno bisogno di proteggersi da ulteriori malattie. E questo oggi è possibile anche attraverso le vaccinazioni. Tra il 2011 e il 2021, gli italiani sopra i 50 anni con fragilità lieve, moderata o severa sono infatti passati dal 26% al 40%. E’ per questo che dico che è importante guardare sempre di più alla prevenzione. Ecco perché abbiamo messo a punto vaccini contro il fuoco di Sant’Antonio, l’Rsv e lo pneumococco. Tutta la popolazione sopra i 50 anni può usufruire di un vaccino indicato per il suo stile di vita o per la sua situazione di salute”.