Le cellule del corpo possono percepire quando stanno per diventare cancerose e possono allertare il sistema immunitario per essere rimosse dall’organismo.
La domanda è: sarebbe possibile sfruttare questo processo e migliorarlo per garantire che tutte le cellule precancerose vengano eliminate dal corpo prima che possano creare problemi?
Gli scienziati dell’Università di Edimburgo hanno scoperto due molecole chiave che potrebbero rendere fattibile questa possibilità. Si chiamano recettori toll-like (TLR) 2 e 10 e sono in grado di rilevare quando i geni che causano il cancro, detti oncogeni, diventano attivi.
Hanno pubblicato le loro osservazioni sulla rivista Science Advances.
Quando gli oncogeni diventano attivi mettono in movimento un processo chiamato senescenza che impedisce alle cellule danneggiate di crescere in modo incontrollabile. Ma non è un sistema infallibile.
“Le cellule danneggiate dal cancro diventano senescenti e vengono poi eliminate dal sistema immunitario”, dice Matthew Hoare, scienziato del Cancer Research UK Cambridge Institute. “Tuttavia, se il sistema immunitario non distrugge la cellula senescente il tessuto circostante può infiammarsi promuovendo lo sviluppo del cancro”TLR2 e TLR10 sono in grado di rilevare virus e batteri.
Scoprendo il loro ruolo nel riconoscere il cancro, gli scienziati dell’Università di Edimburgo hanno ottenuto informazioni chiave sui meccanismi molecolari che controllano la senescenza. I ricercatori credono che questa scoperta potrebbe portare a nuove strategie per combattere il cancro.
Trovare nuovi modi per controllare la senescenza è un obiettivo diffuso nel campo della biotecnologia.
L’anno scorso, ad esempio, Cleara Biotech ha ottenuto finanziamenti dopo aver dimostrato nei topi che il suo peptide modificato poteva ripristinare lo stato di forma, la crescita del pelo e la funzionalità renale.
Il farmaco è stato progettato per eliminare selettivamente le cellule senescenti.
Dal canto suo, Unity Biotech ha raccolto lo scorso anno 85 milioni di dollari in una IPO per perseguire una strategia simile.
Ma prendere di mira la senescenza come modalità per curare le malattie legate all’età, incluso il cancro, si è dimostrato difficile.
Gli scienziati del Wistar Institute hanno scoperto infatti che agevolare la senescenza rallenta la crescita del tumore ma aumenta anche la produzione di citochine e chemochine infiammatorie che possono dal canto loro aiutare il cancro a crescere. Attualmente stanno lavorando per trovare metodi per inibire i geni delle citochine e delle chemochine.
Il team dell’Università di Edimburgo ritiene che interferire con la segnalazione TLR2 / 10 potrebbe essere una strategia per aiutare l’organismo a eliminare le cellule precancerose.