La pandemia di COVID-19 ha profondamente scosso il settore farmaceutico. Alcune aziende hanno reagito meglio di altre, ma complessivamente il 2021 – dal punto di vista del marketing e delle vendite – può tranquillamente essere definito un “annus horribilis”.
Negli Stati Uniti gli analisti di Jefferies hanno esaminato i dati per valutare gli effetti della pandemia sui farmaci più rappresentativi di un gruppo di aziende.
Alcuni prodotti “hanno sofferto in modo sproporzionato”. Questo elenco include Shingrix, il vaccino contro l’herpes zoster di GlaxoSmithKline, la terapia genica contro l’atrofia muscolare spinale di Novartis, Zolgensma, il nuovo farmaco a somministrazione orale contro il diabete di Novo Nordisk, Rybelsus, e il farmaco contro l’emofilia di Roche, Hemlibra.
Ognuno di questi farmaci ha sofferto per motivi diversi. Shingrix, approvato per gli adulti di età pari o superiore a 50 anni, ha pagato la riluttanza delle persone anziane a recarsi negli ambulatori o negli ospedali a causa del COVID.
Rybelsus è invece un nuovo farmaco che cerca di farsi strada in un settore affollato come quello del diabete. Hemlibra ha subito perdite perché i medici –secondo il team Jeffries – sono stati “riluttanti a cambiare farmaco”.
A fronte di questi esempi, ci sono alcuni farmaci che nella pandemia hanno offerto una performance piuttosto buona. E’ il caso dei vaccini antinfluenzali di Sanofi e di Actemra, farmaco contro l’artrite di Roche, che ha fatto registrare un aumento degli introiti anche perché è stato usato come trattamento di COVID-19.
Ci sono poi farmaci di successo che si sono dimostrati “resilienti” agli attacchi della pandemia.
Questo elenco comprende il blockbuster immunologico di Sanofi, Dupixent, Humira di AbbVie, il farmaco contro la sclerosi multipla Ocrevus di Roche e il farmaco contro l’insufficienza cardiaca di Novartis, Entresto.
Nel complesso, la pandemia “ha evidenziato il vantaggio di avere un portafoglio di farmaci diversificato in grado di abbracciare diverse aree terapeutiche. In questo modo infatti si è evitato “l’affollamento terapeutico”.