La Cina è più vicina: tolti i dazi a 30 medical device

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Da sempre la Cina protegge i prodotti nazionali a discapito di quelli provenienti dalle multinazionali, costringendo queste ultime a rispettare regole ferree. Ma per la prima volta si registra un’inversione di tendenza. Il Ministero delle Finanze ha infatti annunciato, a metà settembre, l’intenzione di ridurre gli oneri di importazione su 201 prodotti tecnologici, tra cui rientrano anche 30 medical devices. Secondo quanto si apprende, i prodotti includono dispositivi di elettrodiagnostica, pacemaker, stent, strumenti di radiologia, apparecchi oftalmici, misuratori di pressione, endoscopi, apparecchi per dialisi e per la trasfusione di sangue e sistemi per l’anestesia, insieme a prodotti informatici tra cui touch screen e semiconduttori.

Per la maggior parte dei dispositivi le tasse sono state ridotte dal 4 al 3,3%, anche se quelle per apparecchi di risonanza magnetica e tomografia sono rimasti al 4%. Secondo l’agenzia BMI Research, nei mesi scorsi la crescita delle importazioni nel mercato dei device ha rallentato in modo significativo. E il taglio dei dazi avrebbe lo scopo di ridurre il costo di molti dispositivi medici importati, aumentando la loro competitività sul mercato. Inoltre, secondo BMI, la mossa andrà a beneficio delle multinazionali. In una dichiarazione il ministero cinese ha detto che Pechino mira a ridurre fino a zero la maggior parte dei dazi nei prossimi tre-cinque anni. E nel frattempo altri prodotti saranno oggetto di una riduzione tariffaria più lunga e graduale, che si svolgerà nell’arco di sette anni. Il taglio dei dazi rientra in una modifica dell’Accordo sulle Tecnologie dell’Informazione (ITA), un patto commerciale concordato con più di 50 paesi a dicembre del 2015.

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