Kite, la terapia con cellule CD + autologhe dimostra tassi elevati di remissione negli adulti con LLA recidivante refrattaria

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Kite, società del gruppo Gilead, ha presentato i risultati dell’analisi primaria di ZUMA-3 – uno studio globale di fase I/II, multicentrico, a singolo braccio, in aperto che valuta la terapia con cellule CD3+ autologhe trasdotte anti-CD19 (KTE-X19) in pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta (LLA) a cellule B recidivante/refrattaria – al 26° Virtual Annual Meeting della European Hematology Association (EHA2021), che si svolge dal 9 al 17 giugno.

I risultati sono anche stati pubblicati su The Lancet. L’uso di cellule CD3+ autologhe trasdotte anti-CD19 per il trattamento di pazienti adulti con LLA recidivante/refrattaria è al momento solo sperimentale.

Nella parte registrativa di fase II dello studio sono stati arruolati 71 pazienti con malattia recidivante/refrattaria. Tra i pazienti trattati (n=55), il 47% aveva ricevuto tre o più terapie precedenti. A un follow-up mediano di 16,4 mesi, il 71% dei pazienti trattati ha ottenuto una remissione completa complessiva, definita come remissione completa (CR, complete remission) o una CR con recupero incompleto dell’emocromo (CRI, complete remission with incomplete haematological recovery).

In questo studio, il 97% dei soggetti responder ha sperimentato una remissione molecolare profonda, con malattia residua minima (MRD, minimal residual disease) non rilevabile. La sopravvivenza globale (OS, overall survival) mediana tra tutti i responder non è stata raggiunta. Tra i 25 pazienti con precedente trattamento con blinatumomab, il tasso di CR/CRI è stato del 60%. Tra tutti i pazienti trattati, la durata mediana della remissione (DOR median duration of remission) è stata di 12,8 mesi, la sopravvivenza libera da recidiva (RFS, relapse-free survival) è stata di 11,6 mesi e l’OS è stata di 18,2 mesi.

Nel 95% dei pazienti si sono verificati eventi avversi di grado ≥3, con anemia (49%) e piressia (36%) segnalate con maggiore frequenza. Sindrome da rilascio di citochine (CRS) di grado ≥3 ed eventi neurologici si sono verificati rispettivamente nel 24% e nel 25% dei pazienti, e sono stati generalmente reversibili con il trattamento. Si sono verificati due eventi di grado 5 correlati al trattamento (un’ernia cerebrale e un caso di shock settico).

Un’analisi separata della qualità di vita correlata alla salute presentata al meeting EHA2021 ha rilevato che la maggior parte dei pazienti arruolati in ZUMA-3 ha sperimentato una qualità della vita correlata alla salute migliorata o stabile fino a 12 mesi dopo la terapia con cellule CAR-T, come misurato dal punteggio EQ-5D. I punteggi medi dell’indice EQ-5D erano 0,82 allo screening, con il punteggio più alto al mese 12 (0,91). I risultati devono essere interpretati con cautela, a causa della mancanza di dati di follow-up per alcuni pazienti e della piccola dimensione del campione.

Inoltre, un’analisi degli studi sulla LLA recidivante/refrattaria ha rilevato un alto grado di varianza in alcune delle definizioni utilizzate per i comuni endpoint di efficacia in diversi studi clinici. L’endpoint definito con maggiore frequenza era la remissione completa, il che suggerisce che le misure di esito della risposta al trattamento per gli studi di controllo storici debbano essere basate sulla sola remissione completa.

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