Johnson & Johnson si sfila dall’accordo con Capricorn Therapeutics per l’utilizzo delle cellule staminali nel trattamento delle patologie cardiovascolari. La terapia al centro dell’accordo, siglato a fine 2013, è CAP-1002 e avrebbe fallito in uno studio clinico di fase I/II che riguardava pazienti che avevano subito un infarto, anche se i dati non sono stati resi noti. Nel frattempo, ad aprile la società biotech ha portato a casa risultati positivi per un upgrade del candidato nel trattamento della Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD). E ora avrebbe intenzione di avviare un secondo trial clinico nella seconda metà dell’anno proprio su questa patologia, certamente senza il sostegno di J&J, che comprendeva 12,5 milioni di dollari in anticipo e fino a 325 milioni di dollari di pagamenti al raggiungimento delle tappe più importanti dello sviluppo del farmaco. Il CEO di Capricorn, Linda Maraban, ha sottolineato i dati positivi dell’azienda e anche il lavoro con Johnson & Johnson per la messa a punto di un processo produttivo a livello commerciale per la terapia cellulare. Maraban ha anche affermato che “è stata risolta l’incertezza sulla licenza di CAP-1002” e ora l’azienda è libera di cercare altri partner. “Abbiamo discusso le potenziali strategie di registrazione del prodotto con la FDA americana – ha spiegato il CEO – e non vediamo l’ora di fornire un aggiornamento sui nostri piani di sviluppo clinico nelle DMD”.