Jimenez (Ceo Novartis): puntiamo ad acquisizioni tra i due e i cinque mld di dollari

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Tra la vendita dell’unità oftalmica Alcon, che ha comprato per 60 miliardi di dollari sette anni fa, della joint venture con GlaxoSmithKline sui prodotti di auto-medicazione e della partecipazione che ha in Roche, che vale 14 miliardi di dollari, Novartis potrebbe avere tanto contante da poter spendere in grandi fusioni o acquisizioni. È così che la pensano molti analisti, anche se più volte il CEO dell’azienda svizzera, Joe Jimenez, ha detto di essere interessato più che altro a piccole operazioni. La ragione principale per cui Novartis potrebbe alla fine propendere per una megafusione è per esempio il fatto che, nonostante la posizione leader nel campo oncologico, l’azienda svizzera non ha farmaci immuno-oncologici sul mercato. Così, alcuni investitori pensano che Novartis potrebbe cercare di acquisire Bristol-Myers Squibb o AstraZeneca che hanno, rispettivamente, Opdivo, uno dei più importanti immuno-oncologici, e Imfinzi, che proprio questo mese ha avuto l’ok della FDA nel trattamento del tumore della vescica. In particolare, nel mese di febbraio, i rumors su una possibile acquisizione di BMS, in virtù del non ottimo rendimento di Opdivo nel Q1. Così, qualche settimana dopo sembrava che sia Novartis, sia Roche, oltre che Pfizer e Gilead, fossero interessate a BMS. Il CEO Jimenez continua a puntare a fusioni tra i due e i cinque miliardi di dollari che ha dichiarato, però, di “avere difficoltà a trovare, perché i prezzi sono abbastanza aumentati”.

 

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