(Reuters Health) – Rendere il sistema sanitario più accessibile: è questo l’obiettivo del Governo e della National Pharmaceutical Pricing Authority (NPPA) indiani, che hanno deciso di ridurre i costi di interventi come impianti al ginocchio o angioplastica, tagliando sui prezzi di acquisto di impianti e di stent. Una misura che va sostanzialmente contro i privati, soprattutto i fornitori, che hanno accolto piuttosto freddamente questi tagli. Inoltre, secondo addetti del settore, molti ospedali avrebbero, come conseguenza a questi tagli, aumentato i costi correlati all’attività chirurgica, come spese mediche e di soggiorno ospedaliero. Azioni che rischiano di ostacolare lo sforzo del Governo, in un Paese che spende circa l’1% del prodotto interno lordo per la sanità, una percentuale tra le più basse al mondo.
La situazione
In India quasi il 70% delle spese sanitarie è in mano ai privati, dalle piccole cliniche alle grandi catene ospedaliere. E il settore non è in gran parte regolamentato. E gli esperti sono divisi tra chi vuole andare verso un’ulteriore privatizzazione dei servizi e chi invece spinge per migliorare l’infrastruttura sanitaria pubblica. Tra i sostenitori di quest’ultima corrente di pensiero c’è Bhupendra Singh, presidente del NPPA, secondo il quale “bisogna trovare un modo per razionalizzare il costo delle cure ospedaliere”. Secondo l’esperto, infatti, anche se il taglio sui prezzi di impianti del ginocchio e stent è stato “sostanziale”, bisognerebbe fare di più, come rendere trasparenti i costi dei trattamenti negli ospedali, in modo che i pazienti possano confrontare i prezzi. Infine, secondo l’esperto indiano, il ministero della sanità potrebbe anche decidere di standardizzare il costo di alcuni trattamenti, in modo che i prezzi non siano troppo diversi tra i diversi ospedali
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)