AstraZeneca molla i suoi due candidati nell’area immunoncologica e abbandona i test sul suo farmaco biologico contro il virus respiratorio sinciziale (RSV). Giovedì 2 febbraio è stato annunciato l’abbandono della combo PD-L1 durvalumab e CTLA-4 tremelimumab, utilizzato nella terapia di prima linea contro il carcinoma duttale pancreatico metastatizzato. Una decisione che attiva dopo quella relativa al timing su durvalumab impiegato nella terapia contro i tumori a cellule squamose del collo e della testa (HNSCC). La big pharma ha affermato che “visti i recenti cambiamenti nel panorama competitivo in ambito HNSCC, compresa l’approvazione negli Stati Uniti di monoterapie con PD-1 nei tumori HNSCC recidivanti o metastatici in corso o dopo terapia con platino, e valutati i dati di sopravvivenza dei pazienti, non richiederà di velocizzare l’approvazione basata sul trial Hawk di fase 2 in pazienti con alta espressione PD-L1 e sul trial di fase 2 Condor in pazienti con espressione PD-L1 assente o bassa”. Astrazeneca ha inoltre riferito che rimane impegnata nello sviluppo di durvalumab da solo o in combinazione con tremelimumab per combattere gli HNSCC ricorrenti metastatici.
I candidati contro il virus RSV
Questi farmaci stanno vivendo un momento difficile. La settimana scorsa Aviragen ha comunicato che il suo candidato BTA585 non ha avuto alcun impatto sulla carica virale nei circa 20 pazienti adulti nei quali era stato inoculato il virus per via intranasale. Il virus è la causa più comune delle infezioni acute infantili delle basse vie respiratorie. A settembre 2016 Novavax ha visto le sue quotazioni scendere in picchiata dopo aver annunciato che l’ultima fase del test del suo RSV non aveva raggiunto gli obiettivi in uno studio che coinvolgeva 12 mila pazienti.