L’innovazione terapeutica è il valore fondante del settore farmaceutico basato sulla Ricerca e Sviluppo, nel nostro Paese e a livello globale.
La tutela brevettuale rappresenta il requisito indispensabile perché le terapie innovative possano continuare a fornire il loro contributo non solo per la salute dei pazienti, ma anche per lo sviluppo economico, scientifico e industriale dell’Italia.
Sono questi i temi dibattuti nell’incontro “Valorizzare la ricerca, investire nella vita – Il brevetto farmaceutico in Italia”, che si è svolto il 3 aprile a Roma.
L’evento è stato organizzato dallo IAPG, Italian American Pharmaceutical Group, in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti e l’American Chamber of Commerce.
Vi hanno preso parte esponenti del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero della Salute e del Parlamento, rappresentanti delle Società Scientifiche, delle Associazioni dei pazienti e del mondo imprenditoriale.
“La sfida di oggi è quella di portare nuovi farmaci ai pazienti, garantendo, allo stesso tempo, la sostenibilità del sistema sanitario globale.” ha dichiarato Lewis M. Eisenberg, Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, in apertura della conferenza. “ Affinché l’innovazione possa svilupparsi- ha ricordato Eisenberg – è fondamentale per l’industria avere un contesto regolatorio e lavorativo fortemente basato sulla trasparenza e sulla certezza delle regole. Oggi è più che mai importante creare e preservare un ambiente favorevole all’innovazione. E soltanto attraverso un dialogo aperto tra tutte le parti si potranno trovare nuove soluzioni per fare fronte alle sfide di oggi”.
“Le aziende farmaceutiche italiane a capitale americano, che operano in Italia sin dal dopoguerra, hanno un fatturato di 8,1 miliardi di euro, di cui 1/3 destinato all’export, 13.000 dipendenti (oltre a 13.000 nell’indotto) e 2 miliardi di investimenti in R&S negli ultimi 5 anni. Vogliamo confermare e rafforzare questa presenza”, ha sottolineato Fabrizio Greco, Presidente dello IAPG.“Nei prossimi sei anni verranno investiti più di 1.000 miliardi di dollari in R&S dal settore farmaceutico a livello mondiale: il 50% di questi investimenti verrà dalle aziende statunitensi”.
“L’industria farmaceutica in Italia è uno dei settori trainanti dell’economia; con 32 miliardi di produzione di cui l’80% destinato all’export, il nostro Paese è il primo produttore farmaceutico in Europa. Anche nella ricerca e sviluppo le imprese del farmaco danno un importante contributo: studi clinici (per 700 milioni di euro nel 2017), collaborazioni con Università e con istituti pubblici di ricerca, 1,5 miliardi di euro investiti in R&S solo nel 2017”, ha ricordato Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, “Considerando gli investimenti previsti in R&S, l’Italia può e deve cercare di migliorare la propria attrattività. Siamo già l’Hub europeo per la produzione, vogliamo diventare anche l’Hub per lo sviluppo delle nuove terapie”.
“Per consentire questa crescita occorre aprire un dialogo costruttivo con le Istituzioni per individuare insieme politiche che migliorino i tempi e le condizioni di accesso delle terapie innovative e che garantiscano il rispetto della tutela brevettuale, evitando approcci esclusivamente economicistici che promuovano un’equivalenza terapeutica non basata su criteri scientifici” ha concluso Fabrizio Greco.