La Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto settentrionale della California ha accolto, la settimana scorsa, l’istanza di Gilead per archiviare il caso che la vedeva accusata di comportamento non concorrenziale nel settore dei farmaci contro l’AIDS. Tuttavia, l’AIDS Healthcare Foundation (AHF), che aveva mosso l’accusa alla biotech americana, ha annunciato di ricorrere in Appello.
Le fasi della vicenda
La vicenda si apre a gennaio di quest’anno, quando AHF accusa Gilead di aver tenuto nascosti i dati che mostravano la migliore efficacia del farmaco a base di tenofovir alafenamide fumarato (TAF) rispetto al Viread, a base di tenofovir disoproxil fumarato (TDF). Questo comportamento avrebbe indotto a mantenere i prezzi alti dei farmaci a base di TDF. Secondo il giudice William Alsup, però, mentre Gilead potrebbe aver ritardato l’ingresso del farmaco a base di TAF sul mercato, AHF non sarebbe stata in grado di spiegare come questo ritardo possa aver generato una ‘concorrenza sleale’.
Il fatto, dunque, non sussisterebbe, visto che, secondo il giudice, i brevetti su TAF e TDF hanno dato il monopolio a Gilead e l’azienda non aveva alcun obbligo di introdurre il prodotto migliore prima dell’altro. Inoltre, ogni azienda farmaceutica concorrente avrebbe potuto battere Gilead. Ma AHF ha deciso di voler andare in fondo alla cosa e ha annunciato l’intenzione di arrivare “fino alla Corte Suprema, se necessario, per evitare che la scusa dei brevetti venga utilizzata per raccogliere più profitti a scapito della salute dei pazienti”.
La sentenza arriva, in realtà, in un periodo in cui Gilead sta aumentando i prezzi dei farmaci più datati a base di TDF, apparentemente per cercare di spostare i pazienti verso le terapie più recenti, a base di TAF, prima della scadenza del brevetto di tenofovir disoproxil, nel 2018. Secondo un report degli analisti di Cowen & Co., da quando a gennaio c’è stato un primo aumento dei prezzi dei medicinali dal 5 al 7%, l’azienda biotech ha incrementato ulteriormente il costo dei farmaci più datati fino al 10%, tanto che Stribild e Complera, a base di TDF, sarebbero più costosi dei recenti Genvoya e Odefsy, a base di TAF. “Abbiamo il sospetto che questi aumenti siano strategici per far cambiare regime terapeutico ai pazienti prima che scada il brevetto di TDF”, hanno sottolineato gli analisti.