In Italia la vaccinazione anti-Herpes Zoster ha sempre fatto registrare bassi livelli di copertura, a causa di una molteplicità di fattori: la scarsa conoscenza della malattia e della vaccinazione anche tra gli operatori sanitari e, non da ultimo approcci diversificati tra le Regioni su modalità d’offerta e fasce d’età.
Anche in Lombardia si riscontra un basso livello di conoscenza sia della malattia che dei benefici della vaccinazione, ma i cittadini sono disponibili a saperne di più. “Anche se 9 lombardi su 10 sono a conoscenza dell’esistenza del vaccino anti-Herpes Zoster, meno del 20% si dichiara ben informato. Tra gli indecisi quasi il 40% effettuerebbe la vaccinazione se il medico di base o il sistema sanitario regionale proponessero la vaccinazione”, commenta Daniela Bianco, Partner e responsabile area Healthcare di The European House-Ambrosetti, presentando i risultati dell’indagine realizzata in collaborazione con Swg – e presentata venerdì 20 ottobre a Palazzo Pirelli, a Milano – in occasione un evento patrocinato da Regione Lombardia, realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di Gsk.
“Il luogo in cui viene effettuata la vaccinazione (centro vaccinale, Medico di medicina generale o farmacia) – continua Bianco – non è invece un fattore determinante per un terzo degli intervistati. Emerge quindi la necessità di rafforzare le attività di comunicazione verso i cittadini ma anche gli operatori sanitari, obiettivi del nuovo Piano nazionale della prevenzione vaccinale (Pnpv), cruciali per contrastare il fenomeno dell’esitazione vaccinale”.
Si stima che in Italia, ogni anno, oltre 150mila persone si ammalino di Herpes zoster e che circa 1 adulto su 3 sia a rischio di sviluppare l’infezione la cui severità aumenta con l’età a causa dell’immunosenescenza, l’invecchiamento biologico del sistema immunitario. Il rischio di sviluppare l’infezione – conosciuta anche come Fuoco di Sant’Antonio – e la gravità aumenta anche nei soggetti fragili, colpiti da diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie, Hiv e patologie oncologiche: i pazienti immunocompromessi, ad esempio, hanno un rischio più che doppio di sviluppare la malattia.
Si tratta, inoltre, di una patologia con un impatto economico rilevante di oltre 41 milioni di euro l’anno tra costi indiretti (13 mln di euro) e diretti , pari a 28 mln, di cui il 50% attribuibili ai ricoveri per complicanze. Nell’incontro di Milano – dal titolo ‘Il valore della prevenzione vaccinale per il sistema economico e di welfare in Lombardia – Le prospettive per la vaccinazione anti- Herpes zoster’ – che si è svolto a quasi 3 mesi dall’approvazione del nuovo Pnpv 2023- 2025, è stato fatto il punto sul suo recepimento in Lombardia e sulle azioni e strategie che, a livello regionale, si stanno implementando per promuovere la prevenzione vaccinale, soprattutto nell’età adulta, con un focus sulla vaccinazione anti-Herpes zoster. “La copertura regionale – afferma Danilo Cereda, direttore Unità organizzativa prevenzione direzione Welfare Regione Lombardia – è intorno al 10% delle 60mila persone delle residenze per anziani (Rsa). La regione ha stanziato 10mila di euro per incentivare la vaccinazione da parte del medico di famiglia”.
Come conferma Carlo Signorelli, ordinario di Igiene all’università Vita Salute San Raffaele e presidente del Nitag (National Immunization Technical Advisor Group), “le coperture vaccinali per Zoster sono estremamente basse anche nelle Regioni che hanno accompagnato le campagne vaccinali con informative puntuali; bisogna cambiare marcia attraverso le chiamate attive e il coinvolgimento, dove possibile, dei servizi vaccinali delle Asst/Ats/Asl (Agenzie sanitarie territoriali, ndr), dei medici di famiglia, Rsa, degli ospedali e delle farmacie”.
In Lombardia, dove nei prossimi 30 anni, la percentuale degli over-65 passerà dal 23,3% al 32,4% della popolazione, l’anti-zoster è offerta gratuitamente ai soggetti di età superiore ai 18 anni con diabete complicato, patologie cardiovascolari severe, Bpco e asma severa, immunodeficienza con storia di Herpes zoster recidivante o con pregressa forma grave, ai soggetti di età superiore ai 50 anni affette da diabete, Bpco, cardiopatie o candidate a terapie immunosoppressive, e a soggetti di 65 anni di età (nel 2023 l’offerta è estesa a partire dai nati nel 1952 fino ai nati nel 1958). Si tratta di una vaccinazione che può essere offerta in co- somministrazione con il vaccino antinfluenzale e che, a differenza di quest’ultimo, può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno.
L’offerta vaccinale per l’età adulta e la popolazione fragile, tra cui quella per l’Herpes zoster – si è ricordato nel corso dell’evento – richiede prossimità, con punti vaccinali sempre più vicini e semplici da raggiungere, la professionalità del personale che deve accrescere il senso di fiducia dei cittadini nei confronti delle vaccinazioni e una comunicazione e un’offerta (accessibilità, orari, giornate, modalità di prenotazione) flessibili in funzione del target da raggiungere. La vaccinazione all’interno delle Rsa, così come l’inserimento della vaccinazione all’interno dei Pdta dei pazienti affetti da patologie croniche e la chiamata attiva dei cittadini aventi diritto sono ulteriori strumenti di promozione. Per raggiungere gli obiettivi è imprescindibile il contributo di tutti i professionisti sanitari, specialisti ospedalieri e territoriali, medico di base ma anche farmacisti, chiamati a promuovere la conoscenza e il valore delle vaccinazioni. “Il rafforzamento delle attività di prevenzione – conclude Emanuele Monti, presidente della Commissione sostenibilità sociale, casa e famiglia del Consiglio Regionale della Lombardia – favorendo stili di vita corretti e le vaccinazioni lungo tutto l’arco della vita di un individuo, inclusa l’età adulta dove siamo ancora lontani dai target di copertura stabiliti, rappresenta il primo passo per promuovere la buona salute”.