GlaxoSmithKline ha nominato Emma Walmsley, già responsabile GSK dell’area consumer, nuovo CEO a partire dal 31 marzo 2017. È la prima donna a occupare il vertice di una Big Pharma. Walmsley prenderà il posto di Andrew Witty, che andrà in pensione. Già dal primo gennaio 2017, la top manager si unirà al board di GSK dal primo gennaio. Emma Walmsley ha un solido background nell’area consumer. Prima di approdare in GSK, ha guidato l’unità di L’Oreal dedicata al mercato cinese. Con la nomina del nuovo CEO di GSK, salgono a 11 i cambiamenti al vertice delle big pharma avvenuti nel 2016.
Walmsley prende le redini di GSK in un momento in cui l’azienda deve fare ancora i conti con un certo scetticismo sul nuovo modello di business caratterizzato da alti volumi di produzione e prezzi bassi, presentato da Witty lo scorso anno. La strategia sembra pagare; le vendite sono aumentate del 4% nel Q2, facendo superare a GSK le aspettative. Ottimi anche i risultati che giungono dalle vendite dei vaccini ex Novartis. Anche il franchise dei prodotti per malattie respiratorie dell’azienda – che aveva vacillato con il suo prodotto di punta Advair – ha riacquistato vigore. Breo, con 146 milioni di sterline di vendite nel secondo trimestre, ha iniziato a compensare i cali di Advair.
Le reazioni degli azionisti
Witty ha dunque preparato il terreno e Walmsley dovrà mantenere questa crescita; GSK ha alcuni azionisti dichiarati, tra cui il grande investitore britannico Neil Woodford, che non si è mostrato timido nel fare pressione sull’azienda per ottenere risultati. Woodford ha addirittura suggerito una separazione totale delle divisioni dell’azienda per dismettere i business con bassi margini di profitto, che stanno rallentando la crescita di GSK, a cominciare propria dalla business unit consumer, guidata fino a oggi da Walmsley. Durante l’assemblea sui risultati del Q2, Witty ha detto che non darà istruzioni al suo successore.”Il nuovo CEO ha la piattaforma giusta per far crescere l’azienda e focalizzarsi su come portare questi elementi di crescita nel business dei vaccini, in quello dei consumatori e in quello dei prodotti farmaceutici, senza dover sempre fare due passi indietro prima di farne uno avanti”, ha sintetizzato Witty.