(Reuters Health) – Prendere brevetti per determinati farmaci sperimentali che potrebbero essere redditizi e cedere medicinali di aree terapeutiche non centrali per l’azienda. È questo l’obiettivo sempre più palese del nuovo CEO di GlaxoSmithKline, Emma Walmsley, che in occasione della presentazione dei dati del secondo trimestre, il prossimo 26 luglio, parlerà anche dei suoi piani futuri. Le intenzioni sono quelle di ridurre le aree terapeutiche su cui puntare, tante e diverse per l’azienda inglese, per massimizzare gli investimenti. Una linea già annunciata quando Walmsley ha presentato i dati del primo trimestre, occasione nella quale espresse la volontà di dismettere prodotti che non portano a buoni profitti, per acquisire e portare avanti farmaci nelle prime fasi di sperimentazione. Anche dopo la recente espansione delle unità dei vaccini e dei farmaci di automedicazione, il settore farmaceutico continua a rappresentare quasi il 70% dei profitti dell’azienda inglese. Nonostante questo, GSK ha fatto scarsi numeri per quel che riguarda le prescrizioni dei medicinali etici e negli ultimi anni non è riuscita a lanciare un prodotto da miliardi di dollari, come hanno fatto i suoi principali rivali. In alcuni settori, come le aree respiratoria e HIV, GSK ha una posizione di leadership, ma in altri è indietro. Secondo alcuni analisti l’azienda sterebbe investendo poco in troppe aree Una situazione che può portare a fallimenti nei lanci, come è successo con Tanzeum, per il diabete di tipo 2, che ha fatto registrare vendite deludenti rispetto ai competitor di Novo Nordisk e AstraZeneca. O come un farmaco dell’area cardiovascolare, fallito prima ancora di essere lanciato, mentre quello contro il lupus, Benlysta, non è riuscito a raggiungere le stime iniziali di vendita, nonostante GSK abbia speso tre miliardi di dollari per acquistare l’azienda che lo ha messo a punto. Dunque sembra che l’azienda inglese stia seguendo le orme delal suo rivale AstraZeneca, che ha recentemente ceduto diversi progetti che non rientrano nei suoi settori di business principale, primo fra tutti quello oncologico. E un ruolo chiave in questa trasformazione ce l’avrà proprio un ex di AstraZeneca, Luke Miels, che entrerà ufficialmente in GSK a settembre. Gli analisti hanno accolto con favore questo cambio di strategia, ma avvertono che ci vorranno 5-7 anni, come sottolineato da Tim Rees di Insight Invesment. Fortunatamente Walmsley ha un lungo periodo davanti a sé per riflettere bene dal momento che nuovi lanci importanti non sono previsti prima del 2020 e non ha scadenze di brevetti in vista, a parte quello su Advair, in Italia Seretide, almeno fino a 2026.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)