GlaxoSmithKline ha sperato a lungo di avere il primo inibitore per via orale per il trattamento dell’HIV. Ma per ora l’obiettivo è lontano. L’azienda ha infatti dovuto interrompere il suo studio di fase IIb sull’inibitore della maturazione, BMS-955.176, che aveva acquisito da Bristol-Myers Squibb a dicembre 2015, con l’accordo di 3 miliardi di dollari che coinvolgeva tutta la pipeline su HIV. Ma le brutte notizie non finiscono qui: la società ha infatti anche reso ufficiale l’interruzione dello sviluppo di losmapimod per la BPCO, che non è riuscito a dare i risultati sperati in uno studio di Fase II all’inizio di quest’anno. La molecola era stata già bloccata lo scorso anno per i risultati insoddisfacenti in uno studio di fase III sul cardiovascolare.
Per quanto riguarda l’HIV, GSK ha detto che prevede di continuare lo sviluppo di inibitori della maturazione e passerà ai candidati di backup, tra cui BMS-986.173 e un altro ancora senza nome. Come ha sottolineato il CEO di GSK, Andrew Witty, le due molecole “provengono entrambe dai laboratori di BMS e GSK”. Il CEO ha inoltre aggiunto che ” il programma generale è ancora in grado di offrire sostanziali opportunità, anche se andrà speso più tempo del previsto, ma tempo che non sarà buttato”.