(Reuters Health) – Un nuovo esame del sangue in sperimentazione che analizza in modo mirato la metilazione sui frammenti di DNA che circola liberamente potrebbe aiutare nella diagnosi precoce di diverse tipologie di tumori difficili da rilevare, compresi quelli gastrointestinali. A studiare il test è stato Brian Wolpin, del Dana-Faber Cancer Institute di Boston, che al Gastrointestinal Cancer Symposium di San Francisco ha riportato i primi risultati. L’esame è stato sviluppato dalla biotech GRAIL.
Wolpin ha presentato le performance dell’esame in diversi tipi di cancro gastrointestinale, per un totale di 67 persone con tumore di esofago/stomaco, 95 con tumore di pancreas/cistifellea/dotti biliari extraepatici, 29 con cancro di fegato/dotti biliari intraepatici e 121 con un tumore del colon-retto.
Su tutti i tumori gastrointestinali, il test ha avuto una sensibilità complessiva dell’82%, nel rilevare il tumore durante la sperimentazione, e dell’81% nei test di validazione, con una specificità che ha superato il 99. La precisione complessiva per la definizione del tessuto di origine, inoltre, è stata, rispettivamente, del 91% e dell’89%.
“Il potenziale di questo esame è diagnosticare il cancro prima, quando è curabile. E la capacità di farlo su tutti i tipi di cancro è preziosa”, ha spiegato Wolpin, secondo il quale però il test ha bisogno di ulteriore validazione.
GRAIL sta conducendo due grandi studi per valutare ulteriormente il potenziale di questo screening. Per una sperimentazione, denominata STRIVE, la società ha già arruolato quasi 100 mila donne sottoposte a screening mammografico, l’altro studio, noto come SUMMIT, punta invece ad arruolare 50mila uomini e donne senza una diagnosi di tumore.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)