In occasione della XVII Giornata Mondiale dell’Emofilia, sabato 17 aprile, Takeda rilancia il suo impegno a sostegno dei pazienti, anche alla luce del prolungamento dell’emergenza da Covid-19. I programmi di supporto vanno dall’infusione domiciliare, al prelievo di sangue a domicilio per la valutazione della PK fino alla riabilitazione fisioterapica domiciliare.
“La pandemia sembra aver messo in ombra importanti patologie come l’emofilia. Takeda conferma l’impegno di semplificare la vita dei pazienti emofilici in questa inedita fase storica in cui a fare la differenza è ancora il contenimento degli spostamenti, soprattutto per le popolazioni fragili – afferma Annarita Egidi, General Manager di Takeda Italia – Da 10 anni siamo attivi nel supporto ai servizi domiciliari in varie aree terapeutiche, tra le quali, oltre all’emofilia, le malattie da accumulo lisosomiale, le immunodeficienze, l’angioedema ereditario. La situazione emergenziale non ha fermato la nostra vocazione e azione di servizio”.
In Europa sono oltre 32.000 le persone emofiliche. Secondo gli ultimi dati (2017) diffusi dal Registro Nazionale Delle Coagulopatie Congenite dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono 10.627 i pazienti con malattie emorragiche rare congenite: di questi, 4.179 sono affetti da emofilia A e 898 da emofilia B.
“E’ forte l’impegno nella Ricerca e Sviluppo di terapie innovative che la nostra azienda sta portando avanti – osserva Alfonso Gentile, direttore medico di Takeda Italia – La Ricerca Takeda si sta ulteriormente impegnando nel garantire la totale assenza di sanguinamenti, cercando di adattare lo schema di trattamento sulla base delle caratteristiche di ogni singolo paziente emofilico, come emerge da recenti studi pubblicati, con il risultato di un significativo miglioramento della qualità di vita e del burden del paziente”.
Per comprendere l’importanza della ricerca nell’ambito di questo tipo di patologie, ovvero le malattie rare, è necessario sottolineare le loro caratteristiche comuni, in particolare la difficoltà e il ritardo nella diagnosi. Sono, inoltre, frequentemente multi-sistemiche e caratterizzate da una certa complessità della presa in carico, richiedendo un approccio terapeutico multidisciplinare.
A causa di questo scenario, è evidente che, per avere risposte terapeutiche efficaci, sia necessario investire nello studio dei meccanismi fisiopatologici che sottendono alle condizioni patologiche e da cui derivano le opzioni terapeutiche. “Investire sulle malattie rare offre scenari complessi, sfidanti e articolati rispetto a patologie più comuni. Per tale ragione, il sistema Paese deve sostenere la costituzione di una ‘alleanza’ tra comunità scientifica, industria farmaceutica, pazienti e loro associazioni, finalizzata a migliorare insieme la vita dei pazienti anche rendendo le terapie rapidamente disponibili per tutte le persone affette da malattie rare. Questo abbiamo riaffermato a febbraio nell’importante evento ‘I frutti dei nostri valori: impegno e passione in ematologia’”, sottolinea Annarita Egidi.
Takeda, a livello globale, è tra le 3 più grandi Compagnie al mondo nella produzione di farmaci plasmaderivati. Questa leadership consente di sviluppare prodotti essenziali per il trattamento di malattie rare come l’emofilia o le immunodeficienze primarie, l’insufficienza epatica, la sindrome nefritica, l’ipovolemia e le difficoltà respiratorie.
La raccolta di dati di Real World, con studi osservazionali in tutte le principali aree terapeutiche, costituisce il contributo di Takeda Italia all’attività di Ricerca & Sviluppo del Gruppo. Ne sono dimostrazione le molteplici attività di collaborazione scientifica in corso nei maggiori Centri di Ricerca Italiani.