Entrare nel mercato cinese con i farmaci per epatite B e C. Come? Attraverso la costruzione di un nuovo impianto di produzione nel paese e l’assunzione di Rogers Luo, ex vice president di Roche in Cina. Parte da qui la strategia messa in atto da Gilead che ha di recente anche lanciato una campagna di recruitment di personale in Cina tramite Twitter parando di epatite, trattamenti HIV e facendo cenno ai piani di produzione. Sul messaggio, postato sia in inglese che in cinese, si legge: “Oggi abbiamo un team regolatorio a Pechino e un gruppo di consulenti esterni per la produzione nel settore chemical presso il Business Center Hongqiao di Shanghai. Gilead sta costruendo un nuovo sito produttivo nell’ Hangzhou Economic Development Area. Sarà il primo stabilimento che Gilead costruisce al di fuori degli Stati Uniti e rappresenta la base per la crescita nel prossimo futuro”. La scelta della Cina sembra rappresentare, nei piani strategici di Gilead, una potenziale rivincita al crollo delle vendite registrate sui suoi prodotti anti epatite C. Un trend negativo causato principalmente dal tema prezzo, che ha visto inizialmente la cifra di 1000 dollari per una pillola di Sovaldi. Gilead ha poi tentato di proporre una versione ‘economica’ del farmaco in circa 80 paesi in via di sviluppo attraverso accordi con produttori di generici. Ma dal piano la Cina era rimasta fuori. Il progetto cinese dovrebbe, secondo le stime, prendere il via concretamente nel 2018. Ad oggi sono molte le big-pharma che già hanno stabilimenti produttivi nel Paese. Tra queste: Pfizer, Merck & Co., Merck KGaA, Johnson & Johnson.