(Reuters Health) – Con più della metà dei pazienti ancora in vita dopo un anno dal trattamento, la terapia CAR-T di Gilead, Yescarta, che l’azienda biotech ha acquisito da Kite Pharmaceuticals quest’anno, fa registrare un ottimo risultato nel trattamento del linfoma a grandi cellule B. A evidenziarlo sono i dati del follow-up di un trial clinico, presentati all’incontro annuale dell’American Society of Hematology, che si è svolto a Orlando, negli USA. In particolare, il controllo condotto su 108 pazienti trattati con Yescarta ha mostrato che il 42% è rimasto in remissione dopo una media di 15 mesi e il 56% era ancora in vita a un anno. Yescarta è stato approvato dalla Food and Drug Administration a ottobre per il trattamento dei pazienti che non rispondono ad altre terapie. “Si tratta di una valida terapia per quei pazienti che non hanno altre opzioni terapeutiche”, ha commentato Frederick Locke, uno dei coordinatori della sperimentazione, del dipartimento di trapianto di midollo e immunoterapia cellulare al Moffitt Cancer Canter di Tampa, in Florida. Secondo l’esperto, i pazienti che vanno in remissione tendono a rimanere in questo stato, anche se sarebbero necessari ulteriori studi per capire come mai alcuni pazienti non rispondono. Per valutare questo aspetto, i ricercatori hanno anche eseguito le analisi sul tessuto tumorale prima e dopo il trattamento, evidenziando che in un terzo dei pazienti la proteina target di Yescarta, CD19, non era più presente a livello delle cellule tumorali, mentre più dei due terzi dei pazienti avrebbero mostrato la presenza, a livello della neoplasia, della proteina PD-L1, che potrebbe aiutare la cellule tumorale a sopravvivere. Per questo, Gilead ha avviato uno studio per valutare Yescarta in associazione con Tecentriq, l’inibitore PD-L1 di Roche.
Fonte: American Society of Hematology Annual Meeting
(Versione italiana per Daily Health Industry)