(Reuters) – Con la pandemia di COVID-19 che ha ridotto le vendite dei farmaci per l’HIV e l’epatite C, Gilead ha riportato un fatturato nel primo trimestre 2021 inferiore alle stime di Wall Street, nonostante una parte delle perdite siano state compensate dall’antivirale remdesivir, impiegato nella terapia per il COVID-19.
Nel dettaglio, Gilead ha riportato utili rettificati di 2,08 dollari per azione, superando la stima media degli analisti di 2,07 dollari. I ricavi del Q1, inoltre, sono aumentati del 16% a 6,4 miliardi di dollari, spinti anche dalle vendite di remdesivir che hanno raggiunto 1,46 miliardi di dollari. Ma le entrate totali sono state inferiori a quanto previsto da Wall Street, di 6,73 miliardi di dollari.
Per l’intero 2021 Gilead ha confermato utili rettificati per azione compresi tra i 6,75 e i 7,45 dollari, con le vendite dei prodotti che potrebbero arrivare a un range tra 23,7 e 25,1 miliardi di dollari.
L’azienda biotech ha sottolineato che la pandemia di COVID-19 continua ad avere effetti negativi sulle vendite dei medicinali per l’HIV e l’epatite. Tuttavia, prevede ora una ripresa graduale del mercato, a partire dal trimestre in corso.
Escludendo remdesivir, le vendite dei prodotti di Gilead sono diminuite dell’11% arrivando a 4,9 miliardi di dollari. Anche le vendite di Veklury sono state inferiori alle stime degli analisti di 1,56 miliardi di dollari
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)