(Reuters Health) – L’ U.S. patent agency martedì sentirà gli argomenti di un’accesa disputa su chi è stato l’inventore della tecnologia di gene-editing detta CRISPR.
In gioco ci sono evidenti interessi economici che si traducono, nello specifico caso, in centinaia di milioni di dollari. La tecnologia promette applicazioni commerciali nel trattamento di malattie genetiche, ingegneria genetica e altre aree.
CRISPR funziona come delle forbici molecolari con cui è possibile tagliare le parti indesiderate del genoma e sostituirle con nuovi tratti di DNA.
L’udienza è davanti alla U.S. Patent and Trademark Office’s Patent Trial e l’Appeal Board in Virginia. Le due parti in causa sono un gruppo di ricercatori associati al Broad Institute, affiliato con il Massachusetts Institute of Technology e la Harvard University e un altro gruppo legato all’University of California a Berkeley e all’Università di Vienna, in Austria.
Quest’ultimo team, guidato da Jennifer Doudna di Berkeley e Emmanuelle Charpentier di Vienna, aveva fatto domanda di brevetto per CRISPR nel 2013.
Il team del Broad Institute, invece, guidato da Feng Zhang del MIT, ha depositato una domanda di brevetto mesi più tardi ma è stato il primo a ottenere un brevetto per CRISPR nel 2014. Da allora ha poi ottenuto ulteriori brevetti. Il team di Berkeley ha ottenuto un brevetto, anche se la richiesta del 2013 non era stata approvata.
Nel mese di aprile 2015, il team di Berkeley ha avanzato una petizione all’agenzia di brevetto per lanciare un cosiddetto procedimento di interferenza, sostenendo che i brevetti ottenuti dal Board coprono le stesse invenzioni presenti nell’application presentata da loro nel 2013.
E così martedì inizieranno le audizioni che si concentreranno sulle proposte preliminari. Il team del Broad sostiene che i suoi brevetti, che descrivono l’uso di CRISPR specificamente nelle cellule animali, rappresentano un importante passo avanti oltre l’applicazione del team di Berkeley, che ha descritto l’uso più in generale. CRISPR si trova naturalmente nei batteri.
In base a come evolverà il contenzioso, si potrebbe finire in tempi brevi ma il procedimento potrebbe anche durare più di un anno nel caso di ricorso al tribunale federale per determinare quale squadra è stata la prima a inventare la tecnologia.
La disputa CRISPR è tra gli ultimi procedimenti in assoluto di interferenza, eliminati da una riforma della legge sui brevetti nel 2011. Il sistema americano, infatti, ora è cambiato e dalle domande posteriori al 16 marzo 2013 vige la regola del “firts inventor to file” al posto del “first to invent”.
Se Berkeley vince, Broad potrebbe perdere i suoi diritti di brevetto. Broad ha già concesso in licenza i suoi brevetti CRISPR per la ricerca umana terapeutica a Editas Pharmaceuticals, una società biotech di Cambridge, e a grandi imprese come Monsanto e General Electric Co GE Healthcare.
Brendan Pierson
(Versione Italiana per Daily Health News)