Gamida Cell, una biotech controllata da Novartis che si occupa di terapie cellulari,richiede al mercato 69 milioni di dollari con un’IPO Nasdaq. La cifra servirà a concludere un trial di fase III relativo al suo candidato principale, NiCord, destinato alla cura di pazienti affetti da tumori del sangue.
Le terapie cellulari, sotto forma di trapianti di cellule staminali emopoietiche (HSCT), sono già ampiamente utilizzate nel trattamento di tumori del sangue come la leucemia mieloide acuta. Tuttavia, il numero di pazienti che ricevono HCST è limitato dalla mancanza di cellule compatibili con il donatore. I donatori aploidentici e il sangue dei cordoni ombelicali compensano in parte la carenza di queste cellule, ma Gamida ritiene comunque che il 40% dei pazienti che potrebbero essere curati con trapianto di cellule staminali emopoietiche non possa ricevere questo trattamento.
Per risolvere il problema e raggiungere questo obiettivo, l’azienda ha sviluppato NiCord. Questo farmaco permette di applicare al sangue del cordone ombelicale una tecnologia di espansione cellulare basata su nicotinammide. Gamida ritiene che in questo modo si possano ottenere cellule che si innestano rapidamente ed evitano in gran parte l’attacco del sistema immunitario ospite.
Gamida, con sede in Israele, sta arruolando pazienti in uno studio di fase II per testare questa ipotesi. I dati dello studio non saranno disponibili fino alla prima metà del 2020 e le riserve di liquidità di Gamida sono scese sotto i 30 milioni di dollari. Per questo motivo la biotech sta chiedendo 69 milioni di dollari agli investitori pubblici per completare lo studio.
Novartis era pronta ad acquistare Gamida nel 2014 per 170 milioni di dollari, ma l’accordo è fallito. Più tardi, sempre nello stesso anno, Novartis ha investito 35 milioni di dollari in Gamida e nel 2016 ha acquistato un’opzione per acquistare la biotech. Tuttavia, la pharma svizzera ha rinunciato a questa opzione 10 mesi dopo, molto prima che scadesse.
Nonostante ciò, Novartis ha continuato a investire in Gamida. 5 milioni di dollari a fine 2015 – in coincidenza con la scadenza delll’opzione – e altri 8 milioni nel 2017. Con questi soldi Novartis ha ottenuto il possesso di oltre un quinto di Gamida, diventando così il maggiore azionista della biotech.