C’è tempo fino al 1° febbraio 2019 per candidarsi ad Amgen Scholars (www.AmgenScholars.com), iniziativa che consente agli studenti italiani delle facoltà medico-scientifiche di trascorrere, a partire dal prossimo agosto, due mesi presso i più prestigiosi istituti di ricerca europei, lavorando su progetti in campo biomedico e biotecnologico.
Amgen Scholars è parte di un ampio programma che la Fondazione Amgen sostiene, a livello globale, per promuovere l’educazione scientifica tra le nuove generazioni, e che comprende Amgen Teach e Amgen Biotech Experience (ABE), riservati rispettivamente a insegnanti e studenti delle scuole superiori.
A questi tre programmi e ad ulteriori iniziative scientifiche a livello locale, dal 2014 la Fondazione Amgen ha destinato in Italia 500mila euro.
Ammonta invece a oltre 150 milioni di dollari la cifra stanziata in tutto il mondo per lo sviluppo dei Progetti Amgen Scholars, Amgen Teach e ABE.
Nell’ultimo biennio le richieste di partecipazione ad Amgen Scholars da parte degli studenti italiani sono state circa 100, facendo così posizionare il nostro Paese tra i primi cinque in Europa per numero di candidature.
Dal 2009 sono oltre 30 i giovani talenti italiani che hanno potuto prendere parte ad Amgen Scholars in atenei europei come l’Università di Cambridge, la ETH di Zurigo, l’Istituto Pasteur di Parigi, il Karolinska Institutet di Stoccolma e la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera.
“Sono orgoglioso dell’opportunità che, con Amgen Scholars, siamo in grado di offrire ai giovani italiani – dice André Dahinden, Presidente e Amministratore Delegato di Amgen Italia – Con questa iniziativa contribuiamo alla crescita culturale e alla formazione di una nuova generazione di ricercatori nell’ambito delle Scienze della Vita, consentendo a molti talenti universitari di frequentare alcuni tra i più prestigiosi Atenei europei e di confrontarsi, in un ambiente internazionale e multiculturale, con le più importanti tendenze della ricerca biotech. Ritengo che in questo modo Amgen svolga un ruolo significativo, non solo nel sostenere il futuro professionale dei giovani talenti italiani, ma anche nel favorire la maturazione in Italia di un ambiente culturale sempre più orientato all’innovazione nel campo biomedico”.