Federfarma: nel 2015 mercato italiano a +13,2%. Vale 24 miliardi di Euro

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La spesa farmaceutica convenzionata è sotto controllo, mentre altre voci, come la spesa per farmaci in distribuzione diretta e soprattutto la spesa per farmaci acquistati dagli ospedali è in continuo aumento e determina rilevanti sforamenti dei tetti previsti. Peraltro, il contenimento della spesa farmaceutica convenzionata, oggi a livelli inferiori a quelli del 2001, viene assicurato a costo di pesanti trattenute imposte alle farmacie, di ticket posti a carico dei cittadini e con un prontuario terapeutico composto per la quasi totalità da medicinali a brevetto scaduto, che rappresentano ormai il 77% dei consumi in regime di Ssn”. Così la presidente di Federfarma, Annarosa Racca, commenta l’opuscolo annuale con il consuntivo 2015 dei dati di spesa farmaceutica convenzionata, elaborato da Federfarma. Per Federfarma, “è una situazione che richiede correttivi. Non solo perché oggi l’erogazione dei medicinali in regime di Ssn non è praticamente più remunerativa per le farmacie, che riescono a garantire il servizio solo a prezzo di grandi sacrifici e con un ampliamento della gamma dei prodotti offerti. La situazione attuale va rivista anche perché riportare in farmacia i medicinali oggi erogati direttamente dalle strutture pubbliche significherebbe aumentare la trasparenza e ridurre gli sprechi grazie al monitoraggio garantito dalle farmacie su tutti i medicinali dispensati in regime di Ssn”.
Di seguito i dati sulla spesa farmaceutica 2015 analizzati nel dettaglio.

Crescita a doppia cifra nel 2015 per il mercato italiano complessivo del farmaco, che ha chiuso l’anno con un progresso del 13,2% attestandosi a 24 miliardi di euro
Il risultato è stato conseguito grazie al sostanziale incremento dei consumi ospedalieri e della distribuzione per conto mentre il canale Farmacia ha segnato il passo. Nello specifico la crescita maggiore (+48%) l’ha fatta registrare la Distribuzione Diretta che rappresenta il 25,1% dei consumi totali ed il 52,4% di quelli ospedalieri, mentre il consumo interno ospedaliero (+12,8%) è apparso in linea con la crescita globale e quello della Distribuzione in Nome e per Conto (Dpc) è aumentato del 10,7%.

Il canale Farmacia mostra una lieve crescita dello 0,7% per un saldo positivo in euro di 50 milioni
Risultato in linea con l’andamento dell’indice al dettaglio calcolato dall’Istat che al termine del 2015 è apparso in crescita dello 0,7% su base annuale – prima volta dopo 4 anni di decrescita (Fonte Istat); questo nonostante il costante calo dei prezzi dei farmaci a brevetto scaduto. Tra le singole regioni, Puglia, Lombardia, Liguria, Calabria e Molise/Abruzzo hanno fatto registrare i progressi maggiori, in termini percentuali, nell’ambito della Distribuzione Diretta grazie ai nuovi farmaci per la cura dell’HCV, con incrementi superiori ai 60 punti mentre il Friuli Venezia Giulia è cresciuto “soltanto” del 27,7% e l’Umbria del 29%.

Dpc:crescita maggiore in Sicilia
Nel settore Dpc, il cui valore di mercato nel 2015 è stato pari a 1,67 miliardi di euro, la crescita maggiore è stata appannaggio della Sicilia (+32,2%), che ha però attivato questa forma di distribuzione soltanto nel corso del 2014, seguita dal Friuli Venezia Giulia (+26%) e più distanziate dall’Emilia Romagna (+19,2%) e dal Veneto (+17,9%), mentre Liguria ed Umbria mantengono il mercato invariato.

La spesa per abitante, sempre nell’ambito Dpc, ha visto invece capeggiare Calabria (48,9 euro), Lazio (48,2) e Molise (47), ben distanti dal valore medio nazionale (28,2 euro) e da quello delle regioni che si sono posizionate all’estremo opposta della classifica, ovvero Lombardia (19,1 euro), Liguria (18,3), Veneto (18) ed Emilia Romagna (13,5). Rispetto al 2014 abbiamo assistito ad un incremento percentuale dei valori, con la spesa media nazionale per abitante che è infatti cresciuta dell’8,4% mentre il vertice della classifica è apparso immutato e costituito dalle stesse 3 regioni, Calabria, Lazio e Molise che hanno però fatto registrare un incremento della spesa attorno ai 10 punti percentuali.

Il prezzo medio della Dpc presenta differenze evidenti tra regione e regione
La Toscana, in cui i canali Dpc + Distribuzione Diretta rappresentano il 50% circa del mercato Etico (con esclusione del canale Ospedaliero vero e proprio), ha un valore medio pari a 32 euro, ben inferiore a quello medio nazionale che si attesta attorno ai 53 euro. Valori inferiori alla media nazionale anche per Emilia Romagna (26 euro ed un mercato Dpc + Distribuzione Diretta pari al 47,4% del totale regione), Marche (38 euro), Umbria (34 euro) e Liguria (34 euro). Ai vertici della graduatoria spiccano invece gli 83 euro del Friuli Venezia Giulia con un mercato Dpc + Distribuzione Diretta pari al 39,8% con inoltre in evidenza i prezzi medi Dpc delle regioni Lombardia (79 euro), Lazio (78 euro) e Bolzano-P.A. (70 euro).

Farmaci etici leader di mercato
Dalla segmentazione del mercato totale in Farmacia emerge come siano ancora i farmaci etici a rappresentare la quota di maggioranza sul fatturato con un’incidenza del 59,5%. I farmaci di Classe A mostrano una lieve flessione dello -0,5% rispetto al 2014 mentre i non rimborsabili (Classe C) sono in crescita dell’1,6%. In termini di volumi invece, il risultato si capovolge, con i farmaci di Classe A in crescita dello 0,7% e quelli di Classe C in calo dell’1,7%. Il fatturato dei farmaci di Autocura, che nel 2014 aveva presentato un trend invariato per entrambe le categorie (Automedicazione e SoP), ha chiuso l’anno in aumento del +3,4% grazie soprattutto alla crescita dell’Automedicazione (+4,1%). I volumi dei farmaci di Autocura sono invece praticamente invariati rispetto all’anno 2014 con una variazione dello 0,1%.

Risultato molto positivo per i prodotti Notificati (OTC non registrati, soprattutto integratori) sia in termini di volumi che di fatturato. Il fatturato è salito del 7,5% sospinto dall’incremento del 9% degli integratori, mentre i volumi sono cresciuti del 6 per cento (Integratori +7,8%). 
In rosso il segmento dei Nutrizionali con un decremento del fatturato del -4,7%, motivato dal forte calo dei prodotti dimagranti (-15,2%) e dell’infanzia (-7,8%); in ribasso del -4,9% anche i volumi con i dimagranti in calo del – 13% e i dietetici dell’infanzia in calo del -7,6%.

Parafarmaceutico ed Igiene e Bellezza
Tutti insieme coprono più del 17% del mercato a valori, hanno invece chiuso il 2015 in crescita, facendo segnare un incremento in termini di fatturato pari al 2,5% per il primo ed al 3,2% per Igiene e Bellezza. Alla crescita del fatturato ha corrisposto anche quella dei volumi saliti rispettivamente dello 0,7% e del 3,3%.

Spesa pro-capite in Farmacia: a livello nazionale, è risultata pari a 425 euro
Dato leggermente superiore rispetto all’anno precedente (419 euro). Anche la distribuzione tra le varie regioni non ha fatto registrare variazioni rilevanti. Le regioni che hanno superato la media pro-capite sono state Lazio, Liguria, Sardegna, (con una forte incidenza dei farmaci rimborsati) Toscana ed Umbria.

Lazio e Liguria hanno oltrepassato il valore medio di circa 16 punti percentuali, posizionandosi rispettivamente a 492 e 493 euro, mentre è apparso più contenuto la differenza nelle altre tre regioni: la Sardegna è salita a 448 euro dai 441 del 2014, la Toscana si è attestata a 440 euro e l’Umbria a 444. Nella parte bassa della graduatoria troviamo invece le regioni più virtuose quali la Basilicata, con una spesa media pro-capite di 360 euro ed il Trentino Alto Adige (378 euro con l’incidenza dei farmaci rimborsati più bassa in Italia). Sotto alla media con una cifra inferiore ai 400 euro pro-capite, anche Abruzzo-Molise, Veneto ed Emilia Romagna.

Spesa farmaceutica convenzionata netta Ssn: nel 2015, –1,4% rispetto al 2014
In tale periodo si inverte anche il trend di aumento del numero delle ricette, che sono diminuite del -2,2% rispetto al 2014. Sembra al momento arrestarsi anche il calo del valore medio netto delle ricette, aumentato nel 2015 del +0,8% (lordo: +1,1%). Tale andamento è legato in parte a un aumento del numero medio di confezioni prescritte su ciascuna ricetta (passato da 1,86 del 2014 a 1,9 del 2015).

Nel 2015 le ricette sono state oltre 596 milioni, pari in media a 9,8 ricette per ciascun cittadinoLe confezioni di medicinali erogate a carico del SSN sono state oltre 850 milioni, sostanzialmente quante dispensate nel 2014. Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 14 confezioni di medicinali a carico del Ssn.

“Le farmacie – scrive Federfarma – continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa, oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci Ssn, con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2015 un risparmio di oltre 500 milioni di euro, ai quali vanno sommati 70 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali”.

“A tali pesanti oneri – sottolineano ancora i titolari di farmacia – si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel 2015 in circa 195 milioni di euro. Complessivamente, quindi, il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2015, è stato di circa 770 milioni di euro”.

“È bene ricordare – dice anpora Federfarma – che lo sconto a carico delle farmacie ha un carattere progressivo in quanto aumenta all’aumentare del prezzo del farmaco, facendo sì che i margini reali della farmacia siano regressivi rispetto al prezzo”. Le farmacie rurali sussidiate e le piccole farmacie a basso fatturato SSN godono di una riduzione dello sconto dovuto al Ssn. L’incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è aumentato in misura minima, passando dal 13,4% del 2014 al 13,7% del 2015.

Nelle Regioni con ticket più incisivo le quote di partecipazione hanno un’incidenza sulla spesa lorda tra l’11,3% e il 17,3%. Complessivamente i cittadini hanno pagato oltre 1,48 miliardi di euro di ticket sui farmaci, di cui più del 64% (dato Aifa) dovuto alla differenza di prezzo rispetto al farmaco equivalente meno costoso. Il grafico che segue, pone in correlazione, Regione per Regione, l’andamento della spesa netta e del numero delle ricette nel 2015 rispetto al 2014. Il calo della spesa è particolarmente sensibile in Sicilia (-5,8%), mentre in Veneto è assai evidente la diminuzione del numero delle ricette (-7,2%).

Per quanto riguarda la composizione dei consumi di farmaci in regime di Ssn, nel 2015 i farmaci per il sistema cardiovascolare si sono confermati la categoria a maggior spesa, pur facendo segnare una diminuzione sia dei consumi (-0,3%) sia soprattutto della spesa (-1,4%), a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso.

Per quanto riguarda, le categorie di farmaci più prescritte anche nel 2015 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che tuttavia fanno segnare un sensibile calo dei consumi (-2,5% rispetto al 2014). All’interno della categoria dei farmaci antipertensivi diminuisce il ricorso agli ace-inibitori associati ai diuretici e aumenta notevolmente quello ai betabloccanti. In forte aumento l’utilizzo di vitamina D (+32,1% rispetto al 2014).

La specialità medicinale più prescritta, anche nel 2015 è stata la cardioaspirina (farmaco antiaggregante), nonostante il calo delle prescrizioni (-0,8% rispetto al 2014), seguita dal dibase (farmaco per le carenze di vitamina D), in forte crescita (+17,5%). In salita anche il lasix (diuretico) e pantorc (farmaco antireflusso e antiulcera)

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