Sulla scia di quanto già fa la FDA americana, la National Health Commission cinese ha pubblicato ieri il primo elenco di 34 farmaci che sono già a brevetto scaduto o in scadenza e che non hanno richieste di approvazioni di generici o biosimilari e per i quali manca la concorrenza nel paese asiatico.
La strategia è quella di invitare le aziende farmaceutiche a realizzare copie di questi medicinali, con la promessa di farli avanzare con revisioni prioritarie, un aspetto che era riservato finora solo ai farmaci innovativi.
Tra i farmaci originator ci sono quelli di molte big pharma tra cui Pfizer, AstraZeneca, MSD, Johnson & Johnson, Roche, Bristol-Myers Squibb, Takeda, Eli Lilly e altre. E i farmaci coprono una vasta gamma di aree terapeutiche, dall’HIV agli antinfettivi, dall’oftalmologia all’oncologia, alle malattie del sangue e del sistema immunitario.
Tra i farmaci più venduti della lista c’è, per esempio, Copaxone, di Teva, contro la sclerosi multipla che ha appena visto l’approvazione della copia di Mylan negli USA. Poi ci sono i farmaci di Actelion e di J&J, contro l’ipertensione arteriosa polmonare, Tracleer e Remodulin. Nella lista anche le chemioterapie Faslodex, di AstraZeneca, e Ixempra, di BMS.
La Cina aveva reso nota l’intenzione di stilare questa lista a gennaio, rinnovabile a cadenza annuale a partire dal 2020. L’iniziativa è vista come un’altra spinta del Governo cinese a favorire la concorrenza per contenere i costi dei farmaci.