“Noi ci siamo! Siamo pronti a fare la nostra parte per concorrere ad un grande progetto di bene comune in sanità e rendere la persona sempre più centrale. L’Italia deve mettere in rete talenti, strutture pubbliche e private che con l’industria radicata nel nostro Paese possono partecipare alla competizione internazionale per l’innovazione, che oggi vede protagonisti non solo grandi economie come quella americana e cinese, ma anche Paesi piccoli e agili come Israele e Singapore”. È quanto ha dichiarato Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria, nel corso dell’Assemblea Pubblica che si è svolta a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione.
“Dipende solo da noi. Il recente accordo tra Farmindustria e Regioni, insieme al Ministero della Salute, per il pagamento di 2,4 miliardi di euro relativi al pay-back può aprire una rinnovata fase cooperativa se rimarrà vivo quel metodo di dialogo che esclude decisioni unilaterali.
Il Patto – che, da persone e imprese responsabili, abbiamo rispettato – prevede ora che si vada avanti per dialogare sui punti aperti: la nuova governance farmaceutica, adatta ai tempi, le risorse adeguate anche con la conferma dei fondi per i medicinali innovativi, l’equo accesso alle terapie su tutto il territorio nazionale, la tutela del brevetto e il valore del marchio, il riconoscimento del nostro ruolo industriale.
Bisogna costruire un sistema olistico, centrato sul paziente. Che si basi su un modello interconnesso di sanità che misuri i risultati lungo tutto il percorso diagnostico terapeutico e assistenziale considerando anche i costi evitati dai farmaci nelle altre voci di spesa sanitaria o socio-assistenziale.
Siamo fiduciosi. La nostra industria dà forza all’intera economia, con il più alto incremento dell’occupazione, degli investimenti, dell’export e della produzione degli ultimi anni. Diamo lavoro di qualità in particolare ai giovani e alle donne. Siamo un hub produttivo in Europa e un pilastro importante per la Ricerca.
Ce la possiamo fare perché le scienze della vita sono nel nostro DNA. Chiediamo – conclude Scaccabarozzi – regole certe ma allo stesso tempo flessibili e “tagliate” su un mondo in continua e velocissima evoluzione per non essere spiazzati nella competizione internazionale. Per crescere insieme. E insieme al Paese per garantire ai pazienti sempre più innovazione.
“Il futuro – rileva Farmindustria – si avvicina a grandi passi. E in pochi anni, entro il 2025, ci sarà una rivoluzione nella risposta ai bisogni di salute. Con una centralità della persona davvero concreta e livelli di benessere più elevati. Siamo di fronte a un “Rinascimento dell’innovazione” testimoniato da un numero crescente di nuovi medicinali approvati a livello internazionale. Se tra il 2014 e il 2018 ogni anno nel mondo, i nuovi farmaci erano 46, nei prossimi cinque anni saranno in media 54 (fonte IQVIA). L’Italia ha tutte la carte in regola per essere competitiva a livello globale. Come dimostrano i numeri del 2018: 32 miliardi di produzione, 26 circa di export; 3 miliardi di investimenti, 1,7 in ricerca e 1,3 in impianti produttivi ad alta tecnologia; 66.500 addetti, tra cui molti giovani e donne; 6.600 ricercatori, con una quota femminile che è di oltre il 50%. Valori tutti in crescita rispetto allo scorso anno a conferma che il nostro è un Paese leader in ambito Ue nell’industria biofarmaceutica”.
“La rivoluzione in corso – sottolinea – porterà cure sempre più mirate e cucite “sartorialmente” sulle singole persone. Ecco perché è necessario affrontare il tema della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale da inquadrare in un contesto più ampio. Perché l’innovazione può sostituire altre prestazioni sanitarie e ridurre così i giorni di ricovero ospedaliero”.
Sfide da sostenere seguendo le indicazioni dell’Agenzia Europea dei Medicinali nel documento “EMA Regulatory Science to 2025”. Tra le più importanti:
– accelerare l’integrazione di scienza e tecnologia nello sviluppo dei farmaci;
– promuovere l’accesso ai medicinali centrati sul paziente in collaborazione con i sistemi sanitari;
– assicurare la disponibilità di terapie.
L’intervento del ministro Grillo
“Una leale collaborazione è proficua per tutti quindi non bisogna assolutamente pensare di essere nemici, ma occorre pensare, ognuno nel proprio ruolo di collaborare fattivamente e noi lo abbiamo dimostrato quest’anno risolvendo la partita del payback e lo stiamo portando avanti in tutti i passi che facciamo come Ministero ed Aifa”. È quanto ha dichiarato il Ministro della Salute, Giulia Grillo intervenendo all’Assemblea di Farmindustria.
“Stiamo già in una fase avanzata sulla negoziazione dei prezzi – ha poi ricordato – e ad una nuova metodologia di revisione del prontuario che arriverà a brevissimo. Il tema è però globale e dobbiamo muoverci anche su questa scala. Vogliamo dare un forte impulso alla ricerca e siamo un forte esportare con un know how di eccellenza e non dobbiamo rimanere indietro rispetto a Paesi che stanno facendo passi da gigante”.
“Diciamoci la verità – ha detto -, chi l’avrebbe mai detto che una rappresentante – fatemi dire “storica” – del Movimento 5 Stelle sarebbe intervenuta all’Assemblea nazionale di Farmindustria nelle vesti di ministro della Salute. Sono qui con piacere per condividere con voi alcune riflessioni su quanto fatto in questo primo anno di Governo, ma soprattutto per condividere con voi quello che potrebbe accadere da oggi in avanti, per garantire e migliorare la salute dei nostri cittadini”.
“Poco fa il presidente Scaccabarozzi – ha evidenziato il Ministro – parlava di “evidente sottofinanziamento della spesa farmaceutica”. E io vi dico che stiamo lavorando anche su questo. Nella scorsa legge di Bilancio – comma 514 – abbiamo previsto l’aumento del Fondo sanitario nazionale di 3,5 miliardi per i prossimi due anni. E difenderò questa previsione con tutte le mie forze, perché questo aumento è il minimo “sindacale” per la sopravvivenza del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
“Conoscete meglio di me le ricadute del finanziamento per il sistema farmaceutico – ha precisato -A questo si aggiunge che il rifinanziamento del fondo dei farmaci innovativi oncologici e innovativi non oncologici (1 miliardo), come ho detto in una recente risposta a un’interpellanza in Parlamento, non è mai stato in discussione. Lo ribadisco ancora, si cammina e si vince insieme per la tenuta del Sistema”.