(Reuters Health) – I farmaci oncologici approvati in tutto il mondo negli ultimi 10 anni aumentano la sopravvivenza globale dei pazienti, ma i benefici variano a seconda della molecola e dell’area terapeutica di azione. È quanto emerge da uno studio inglese pubblicato da JAMA Oncology il 29 dicembre.
I ricercatori hanno esaminato i 62 farmaci antitumorali approvati negli Stati Uniti e in Europa tra il 2003 e il 2013, rilevando un aumento medio della sopravvivenza di circa 3,5 mesi.
Ma quasi un terzo dei farmaci manccherebbe di prove che consentano di decretarne la superiorità, in termini di aumento della sopravvivenza, rispetto a trattamenti più vecchi. “I nostri risultati indicano che i nuovi trattamenti contro il cancro non forniscono sempre ai pazienti maggiori benefici clinici o rischi inferiori rispetto alle terapie esistenti,” dice Elias Mossialos, ricercatore senior della London School of Economics and Political Science.
Mossialos e colleghi sottolineano la crescente domanda sul valore dei nuovi farmaci anti-cancro. Mentre gli alti costi delle molecole possono essere un ostacolo per l’accesso, alcuni osservaotri sostengono che i prezzi elevati sono giustificati se i trattamenti offrono grandi vantaggi. La mancanza di dati solidi sui benefici e sui rischi dei nuovi farmaci rende però difficile un’efficace valutazione farmaco-econimica.
Per i 62 farmaci presi in considerazione, i ricercatori hanno utilizzato dati provenienti da Inghilterra, Francia e Australia. La valutazione completa è stata effettuata per 53 molecole. Quasi l’80% hanno fornito evdenze circa il miglioramento della sopravvivenza, la qualità della vita o la sicurezza.
Ventitrè farmaci sono risultati legati singolarmente a un aumento della sopravvivenza di più di tre mesi . Sei hanno esteso la sopravvivenza per meno di tre mesi, otto hanno aumentato la sopravvivenza per un periodo temporale non quantificato. E per 16 dei farmaci approvati non vi era alcuna prova che fossero migliori dei trattamenti alternativi nell’estendere la sopravvivenza.
I ricercatori sottolineano, inoltre, che i benefici complessivi di sopravvivenza differiscono in base al tipo di farmaco. Ad esempio, quelli per il cancro della tiroide non hanno dimostrato nessun aumento della sopravvivenza globale, mentre quelli per il cancro al seno sono stati legati a un aumento medio di circa 8,5 mesi.
Per quanto riguarda la qualità della vita, ventidue dei farmaci valutati hanno effettivamente apportato un miglioramento, ma 24 hanno peggiorato la sicurezza del paziente, con effetti collaterali e scarsa tollerabilità del trattamento.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health News)