In questi giorni difficili le aziende biofarmaceutiche monitorano costantemente la supply chain. Finora la logistica sembra reggere. A breve e medio periodo non dovrebbero esserci problemi.
CDMO Recipharm riesce ancora a seguire le operazioni nell’area italiana interessata dall’epidemia e quindi proseguono rifornimenti e consegne, ma la situazione, chiaramente, è sotto stretta sorveglianza. “Prevediamo che nei prossimi giorni alcune delle nostre strutture situate in Italia potrebbero operare con una capacità inferiore rispetto al normale”, dice CDMO Recipharma in una nota.
Negli Stati Uniti, a Boston, Vertex Pharmaceuticals fa sapere che la fornitura dei suoi farmaci contro la fibrosi cistica, Symdeko, Orkambi, Kalydeco e Trikafta, continua regolarmente. “Le sfide che il mondo deve affrontare con la diffusione di COVID-19 sono significative, ma è importante che la comunità medica e dei pazienti sappia che restiamo molto fiduciosi nella nostra capacità di continuare a fornire tutti i nostri farmaci”, afferma il CEO di Vertex, Jeffrey Leiden. “Non abbiamo riscontrato alcun impatto da parte della COVID-19 nei confronti di Trikafta o su altri aspetti della nostra attività. Siamo ben preparati per soddisfare le esigenze anche nel futuro”.
Il più grande produttore farmaceutico canadese, Apotex, fa sapere che le sue forniture API, così come quelle di prodotti finiti, sono a basso rischio di interruzioni. Per quanto riguarda il lungo termine, Apotex ricorda che sta adottando tutte le misure possibili per “ridurre al minimo le interruzioni dei rifornimenti”.
La scorsa settimana Eli Lilly ha confermato che le sue scorte di farmaci, comprese le insuline, sono ancora in produzione e il mese scorso la CDMO WuXi Biologics ha dichiarato che riprenderà la produzione nelle sue strutture cinesi a Wuxi, Shanghai e Suzhou.