Dal 2020 i lanci di farmaci innovativi non legati al COVID-19 hanno offerto delle performance generalmente inferiori rispetto alle attese. È quanto evidenzia una ricerca di IQVIA.
Le approvazioni di EMA e FDA sono state numerose anche nel 2020 e nel 2021 e le aziende – nonostante la pandemia – hanno scelto di non ritardare l’ingresso sul mercato dei farmaci autorizzati. Farmaci che, però, non sono riusciti a esprimere tutto il loro potenziale commerciale.
In media, negli otto paesi che forniscono oltre il 90% del potenziale commerciale dei primi cinque anni di presenza sul mercato, i farmaci lanciati nel 2020-21 non hanno dato i risultati attesi, con una riduzione di vendite medie semestrali del 19% inferiori rispetto al periodo precedente la pandemia. Tradotto in dollari: una perdita di oltre un miliardo.
Tra le cause di questa sotto-performance, la ricerca IQVIA evidenzia il blocco delle visite ambulatoriali e il ricorso alla telemedicina, che – insieme ai ritardi degli screening e delle diagnosi – avrebbero favorito una riduzione delle prescrizioni.
Un altro aspetto non trascurabile sarebbe, inoltre, la minore interazione delle aziende con i medici per aumentare la consapevolezza e la fiducia verso le nuove terapie. Interazione che, con la pandemia, ha virato decisamente verso il digitale.