L’EMA conferma le sue raccomandazioni per il trattamento dell’epatite. Prima di iniziare ad assumere i nuovi farmaci antivirali per l’epatite C, è importante fare lo screening per l’epatite B su tutti i pazienti. e continuare a monitorare i malati affetti da entrambe le forme di epatite secondo le attuali linee guida. C’è infatti il rischio di una riattivazione dell’epatite B tramite gli antivirali di ultima generazione.
I nuovi superfarmaci per l’epatite C, venduti in Europa, sono quelli che contengono come principio attivo daclatasvir, dasabuvir, ledipasvir, simeprevir, sofusbuvir, paritaprevir, ombitasvir e ritonavir. Il Comitato di farmacovigilanza e valutazione del rischio (Prac) dell’EMA, sulla base della revisione dei casi, pensa che la riattivazione dell’epatite B in persone trattate con questi antivirali sia dovuta alla riduzione del virus dell’epatite C (nei casi di co-infezione il virus dell’epatite B viene soppresso) per via del farmaco, e la mancanza di azione dell’anvirale sul virus dell’epatite B. Da qui la raccomandazione di mettere un’avviso sul foglio informativo dei farmaci sulla riattivazione dell’epatite B e su come minimizzarla, e l’invito alle aziende farmaceutiche a fare uno studio per valutare il rischio di tumore al fegato nei pazienti con epatite C cronica e cirrosi trattati con tali farmaci. Il parere del Prac, avallato anche dal Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp), sarà ora valutato dalla Commissione Europea, che dovrà prendere una decisione vincolante per tutta l’Ue.