EMA: J&J presenta domanda approvazione formulazione sottocutanea di daratumumab nella terapia quadrupla del MM

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Janssen-Cilag International NV – società di Johnson & Johnson – ha annunciato la presentazione di una richiesta di variazione di Tipo II all’Agenzia europea per i medicinali per l’approvazione di un’estensione dell’indicazione della formulazione sottocutanea (SC) di darzalex (daratumumab) in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone (D-VRd) per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo di nuova diagnosi (NDMM).

“Nonostante i grandi passi avanti realizzati nel trattamento del mieloma multiplo, esistono ancora ampi margini di miglioramento delle terapie iniziali e delle possibilità di garantire ai pazienti risultati migliori a lungo termine”, osserva Edmond Chan, Responsabile per l’Area Terapeutica dell’Ematologia nell’EMEA, Innovative Medicine, Johnson & Johnson, “Il potenziale di questo regime a base di daratumumab sottocutaneo nel trasformare i risultati per le persone con mieloma multiplo di nuova diagnosi è incredibilmente promettente e la domanda presentata oggi si basa sul nostro portafoglio di studi di Fase 3, volti a elevare lo standard di cura per tutti i pazienti nell’ambito terapeutico di prima linea.”

Lo studio CEPHEUS
La richiesta è supportata dai dati dello studio di Fase III CEPHEUS, che ha dimostrato come il 60,9% dei pazienti abbia raggiunto la negatività alla malattia minima residua (MRD) con D-VRd e che il rischio di progressione o morte è stato ridotto del 43%.
Lo studio ha valutato l’efficacia e la sicurezza di D-VRd rispetto a VRd per i pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non idonei al trapianto o per i quali l’ASCT non era previsto come terapia iniziale (non idonei al trapianto o con trapianto rinviato).

Il regime D-VRd ha aumentato la profondità e la durata delle risposte rispetto a VRd, compreso l’endpoint primario del tasso complessivo di negatività MRD del 60,9% contro il 39,4%, con un follow-up mediano di 58,7 mesi (Odds Ratio [OR], 2,37; intervallo di confidenza al 95 per cento [CI], 1,58-3,55; p<0,0001). Il tasso di negatività alla malattia minima residua duraturo ha favorito D-VRd (48,7% contro il 26,3 %; p<0,0001).

CEPHEUS ha inoltre dimostrato che D-VRd ha ridotto in maniera significativa il rischio di progressione o morte del 43% (Hazard Ratio [HR], 0,57; CI 95%, 0,41-0,79; p=0,0005) rispetto a VRd e ha ottenuto una risposta completa (CR) complessiva o un tasso migliori dell’81,2% contro il 61,6 % con VRd (p<0,0001).

Il profilo di sicurezza complessivo di D-VRd è stato coerente con i profili di sicurezza noti per daratumumab e VRd. Gli eventi avversi ematologici e non ematologici di grado 3/4 più comuni (>10 per cento) con D-VRd rispetto a VRd sono stati neutropenia (44,2% vs 29,7 %), trombocitopenia (28,4% vs 20,0 %), anemia (13,2 % vs 11,8 %), neuropatie periferiche (8,1 % vs 8,2%), diarrea (12,2 % vs 9,2%) e COVID-19 (11,2 % vs 4,6 %).

“Le terapie a base di daratumumab SC continuano a essere in prima linea nella ricerca sul mieloma multiplo. CEPHEUS è il primo studio registrativo con endpoint primario di negatività MRD, supportato da endpoint secondari fondamentali, come la sopravvivenza libera da progressione, riportati da Johnson & Johnson nel mieloma multiplo”, sottolinea Craig Tendler, Vicepresidente, Sviluppo Clinico, Diagnostica e Affari Medici Globali, Innovative Medicine, Johnson & Johnson, “I dati di CEPHEUS si aggiungono all’insieme delle evidenze a favore di daratumumab SC nel mieloma multiplo di nuova diagnosi e, insieme ai risultati dello studio PERSEUS, dimostrano il potenziale beneficio di questo regime quadruplo per i pazienti di nuova diagnosi, indipendentemente dall’idoneità al trapianto”.

 

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