Eli Lilly: bene i farmaci per il diabete ma utili per azione sotto le previsioni

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Ancora una volta, i brand di Eli Lilly per il diabete sono cresciuti nel trimestre, mantenendo i propri ricavi in linea con le aspettative. Ma è aumentata anche la spesa, che trascina gli utili per azione (EPS) del primo trimestre di sotto delle previsioni degli analisti. La casa farmaceutica di Indianapolis ha registrato EPS non-GAAP di 83 centesimi, poco meno degli 85 centesimi previsti da Wall Street. Ha avuto costi operativi più alti, anche se questi sono stati compensati da un tax rate inferiore del 17,9% rispetto al previsto, che ha mantenuto il deficit al minimo.

Obiettivo ricavi superato
I ricavi hanno invece battuto l’obiettivo prefissato, raggiungendo 4,86 miliardi di dollari invece dei 4,84 stimati. La somma rappresenta un aumento del 5% rispetto al totale del primo trimestre dell’anno scorso e” l’azienda deve ringraziare un gruppo di nuovi prodotti che hanno generato 325 milioni di fatturato”, ha sottolineato il CFO Derica Rice nella conference call con gli azionisti. La maggior parte dei 325 milioni provengono dal portfolio sul diabete, con Trulicity, antagonista del recettore GLP-1, l’inibitore di SGLT2 Jardiance e l’insulina ad azione prolungata Basaglar a fare la parte del leone.

Il fatturato degli antidiabetici
Trulicity ha fruttato 143,6 milioni di dollari dalle vendite del primo trimestre, oltre le aspettative di 119 milioni, mentre Jardiance – strettamente sorvegliato dal momento che l’anno scorso è diventato il primo trattamento per diabete a ridurre gli eventi cardiovascolari in pazienti ad alto rischio di tipo 2 – ha fatto registrare 29,7 milioni di dollari negli Stati Uniti.
Lilly ha attribuito le prestazioni Trulicity e Jardiance ad un aumento della quota di mercato per ogni farmaco – un segno positivo considerando la concorrenza pesante sia nel campo GLP-1 sia in quello SGLT2. La quota totale di Trulicity dell’ambito GLP-1 è del 17% in crescita: ora è il secondo prodotto più prescritto della sua categoria, osserva Rice. Per quanto riguarda Jardiance*, la sua quota new-to-brand si è avvicinata al 30% nel primo trimestre, quasi raddoppiando quella dell’anno scorso.

Male Humalog
Il rovescio della medaglia per il gigante farmaceutico sul diabete c’è e si chiama Humalog. Il farmaco è stato sotto le previsioni per 100 milioni di dollari, raggiungendo i 606,3 nel trimestre. Questa scivolata significa una diminuzione dell’11% rispetto totale del primo trimestre dello scorso anno – e del 14% nel fuori degli Usa – a causa anche della diminuzione dei prezzi, sostiene Lilly, che tuttavia non si aspetta che il trend continui per tutto l’anno.
Complessivamente, Lilly ha visto aggiustare un po’ il suo orientamento. È ora pensabile che chiuderà l’anno con un fatturato nel range tra 20,6 e 21.1 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 20,2-20,7 previsti in precedenza.

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