(Reuters Health) – Risultati molto positivi per galcanezumab, il farmaco di Eli Lilly contro l’emicrania. E la richiesta all’FDA potrebbe arrivare prima della fine dell’anno. Venerdì scorso la casa farmaceutica statunitense ha comunicato i dati dello studio farmaco vs placebo. Nel trial i pazienti con emicrania cronica – trattati con una dose di 120 mg di galcanezumb, due volte al giorno – hanno mostrato una riduzione di 4,8 giorni al mese di episodi di mal di testa, rispetto a prima del trattamento, mentre i pazienti trattati con 240 mg hanno fatto registrare una riduzione di 4,6 giorni. Di contro, le persone trattate con placebo avrebbero avuto una riduzione di 2,7 giorni. Eli Lilly starebbe valutando di estendere il trattamento anche alla cefalea a grappolo, con risultati di fase avanzata attesi nel 2018. Secondo la Migraine Reserach Foundation, solo negli USA, circa 40 milioni di persone soffrono di emicrania, una malattia che costa agli Stati Uniti circa 36 miliardi di dollari l’anno tra spese sanitarie e perdita di ore di lavoro e produttività. Tuttavia, sono disponibili attualmente sul mercato solo pochi trattamenti efficaci. Come altri farmaci simili messi a punto dalle aziende rivali Amgen, Teva e Alder Biopharmaceuticals, galcanezumab colpisce la proteina CGRO, associata alla trasmissione del segnale doloroso. Secondo l’analista di Bernberg, Laura Sutcliffe, anche se i dati dello studio non sono ancora completi, Eli Lilly avrebbe le carte in regola per diventare leader nel campo dell’emicrania. All’inizio di quest’anno, l’azienda americana ha acquisito CoLucid Pharmaceuticals per circa 960 milioni di dollari, aggiungendo peso al suo portfolio in questo settore e mettendosi nella posizione di poter raggiungere una maggiore fetta di mercato. Sempre secondo Berenberg, il farmaco della Lilly dovrebbe arrivare a vendite globali di 1,10 miliardi di dollari entro il 2022.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)