La campagna per le elezioni presidenziali USA è in pieno fervore. Ma il risultato del prossimo 3 novembre non interessa solo il popolo americano. Le ripercussioni del voto potrebbero coinvolgere anche le aziende farmaceutiche europee.
Gli analisti di ODDO BHF – gruppo franco-tedesco di consulenza finanziaria – stanno delineando i possibili scenari.
I democratici, in testa ai sondaggi, hanno proposto di consentire a Medicare di negoziare i prezzi direttamente con le aziende farmaceutiche e di creare un programma sanitario federale opzionale per tutti gli americani.
Queste misure, secondo gli analisti di ODDO BHF, hanno “il potenziale per creare un unico acquirente pubblico con una forte influenza negoziale” che potrebbe far scendere i prezzi
Le sei società big pharma europee prese in considerazione dagli analisti- AstraZeneca, GlaxoSmithKline, Sanofi, Roche, Novartis e Novo Nordisk – attingono dal bacino Medicare tra il 6,5% e il 14,3% dei loro incassi globali totali.
Joe Biden, candidato democratico alla presidenza, propone di permettere ai consumatori di acquistare farmaci da altri Paesi e di limitare i prezzi di lancio. Una misura che, come scrivono gli analisti, “potrebbe aumentare il livello di innovazione necessario per conservare il potere di determinazione dei prezzi”.
Il presidente uscente Donald Trump, da par suo, ha avanzato proposte che sono “altrettanto sfavorevoli” per l’industria farmaceutica. Fra tutte, quella di ridurre i prezzi dei farmaci in Medicare per livellarli ai prezzi pagati da altri Paesi; una misura alla quale l’industria biofarmaceutica si oppone fortemente.
Considerando tutte le proposte, gli analisti di ODD BHF vedono nell’idea di Biden, orientata verso una nuova opzione di assicurazione sanitaria pubblica, il “principale punto di divergenza” tra i programmi dei due contendenti.
Il candidato democratico, tra l’altro, si è impegnato, in caso di elezione, ad aumentare al 28% l’aliquota sulle imposte alle società.
E proprio sull’aspetto fiscale – secondo gli analisti di ODDO BHF – potrebbe giocarsi la partita più aspra per le pharma europee, che nel 2017 hanno beneficiato della riduzione delle tasse voluta da Trump.
L’autunno, già caldo per la pandemia, potrebbe infiammarsi dall’altra parte dell’Oceano.