(Reuters Health) – La biotech italiana IRBM, che sta collaborando con AstraZeneca allo sviluppo del candidato vaccino contro il COVID-19, potrebbe essere quotata in Borsa.
A ipotizzarlo è stato ieri il CEO della società con sede a Pomezia, Piero Di Lorenzo, in un’intervista al Riformista.
“Molte grandi aziende vorrebbero entrare nel nostro capitale. Stiamo ricevendo interesse da tutto il mondo e non escludo alcuna operazione”, ha spiegato il manager aggiungendo, però, che una eventuale decisione in questo senso non è attualmente una priorità, giacché tutte le risorse sono concentrate sul candidato vaccino.
IRBM ha già prodotto decine di migliaia di dosi di vaccino per le sperimentazioni ed è in grado di produrne fino a 10 milioni di dosi l’anno. Tuttavia, non ha ancora un contratto di produzione con AstraZeneca, “ma è probabile che lo firmerà in futuro”, ha sottolineato Di Lorenzo.
All’inizio del mese, l’azienda inglese ha ripreso il trial clinico di fase avanzata sul candidato vaccino AZD 12222, studio che era stato sospeso dopo che un partecipante era stato colto da una patologia infiammatoria, rivelatasi poi non collegata alla somministrazione del candidato. “La mancanza di correlazione tra malattia e vaccino è stata immediatamente chiara e il comitato scientifico indipendente lo ha riconosciuto rapidamente”, ha concluso Di Lorenzo.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)