60 miliardi di dollari entro il 2025: è questo l’obiettivo di Johnson & Johnson che Joaquin Duato, presidente e CEO della big pharma, ha confermato in una conference con gli investitori martedì 24 gennaio.
L’impegno verso il raggiungimento dell’ambizioso traguardo sarà alimentato “principalmente dalla forza del nostro portafoglio attualmente commercializzato”, ha detto Duato, oltre che dalle nuove potenziali indicazioni per i farmaci dell’azienda già sul mercato,.
Nel quarto trimestre 2022, a livello mondiale, le vendite dei farmaci di J&J sono scese del 7,4%, attestandosi a 13,2 miliardi di dollari. Se si escludono le fluttuazioni valutarie, le vendite sono scese del 2,5% su base operativa. Per l’intero anno, il settore farmaceutico di J&J ha portato a casa circa 52,6 miliardi di dollari.
Prodotti come Darzalex, Erleada, Stelara e Tremfya hanno continuato a guadagnare nel Q4 2022. Ma questo dato positivo è controbilanciato dalla perdita dell’esclusività di Remicade e di Zytiga e dal crollo delle vendite di Imbruvica.
Quest’ultimo farmaco ha fatto registrare un calo dei ricavi del 12,3% (866 milioni di dollari) nel quarto trimestre 2022; calo che Jessica Moore – J&J’s VP of investor relations – ha imputato a “pressioni competitive e a un mercato della leucemia linfocitica cronica ridotto a causa di COVID-19”.
Moore ha anche riferito che Imbruvica mantiene ancora la leadership di mercato grazie agli anni di vantaggio che ha accumulato finora.
Per il 2023 la big pharma ripone molte speranze nella terapia CAR-T Carvykti e in Spravato, farmaco contro la depressione.
Per l’anno in corso J&J prevede una crescita delle vendite di circa il 4,5%, che si traduce in una forbice di ricavi stimabile tra 96,9 e 97,9 miliardi di dollari.