Philips e Qualcomm stanno collaborando per far progredire la connected health, con la prima azienda che fornisce un supporto informatico e si occupa della gestione dei dati di cloud, e la seconda che promuove una connettività sicura e l’integrazione. La partnership vedrà HealthSuite di Philips, un cloud che integra i dati sanitari da una varietà di dispositivi, unita alla piattaforma 2net di Qualcomm Life. Questo darà agli utenti HealthSuite “accesso senza soluzione di continuità” per dispositivi medici ancora più connessi, tra cui distributori di farmaci, respiratori, misuratori di pressione e di glucosio nel sangue. Con più device collegati, HealthSuite consentirà agli utenti di costruire un “profilo del paziente più completo” per periodi di tempo più lunghi e di personalizzare sistemi di assistenza collegati. L’integrazione con la piattaforma 2net aiuterà gli operatori sanitari a coinvolgere meglio i loro pazienti e faciliterà l’intervento precoce, la personalizzazione dei piani di trattamento e, infine, migliorerà gli outcome del paziente.
“Poiché la casa sta diventando rapidamente un ambiente di cura vitale, medici, agenzie sanitarie a domicilio e altre istituzioni stanno usando in modo crescente la connected care per ridurre la medicina d’emergenza e i ricoveri di pazienti con malattie croniche”, spiega Jeroen Tas, CEO di connected care and health informatics di Philips. Nel frattempo, il collegamento con HealthSuite fornirà a Qualcomm Life una memorizzazione sicura dei dati globali e una piattaforma di gestione, che i clienti Qualcomm possono sfruttare per esempio per creare applicazioni e integrare le cartelle cliniche elettroniche e le analisi. Philips ha svelato lo scorso autunno i suoi piani per la connected health, come parte dell’ offerta per riposizionarsi sul consumatore e sui prodotti per la salute. Al momento, ha presentato 5 dispositivi e un’app collegata alla piattaforma digitale HealthSuite; ha collaborato con Validic sull’integrazione dei dati provenienti da dispositivi e applicazioni di terze parti in HealthSuite, e ha dato il via uno studio in 13 Paesi per valutare la disponibilità a livello mondiale per la connected health.