(Reuters) – CureVac ha affermato che l’analisi finale del suo studio ha rivelato che il suo vaccino contro COVID-19 è efficace al 48%. Questo risultato è solo di poco migliore rispetto al 47% registrato due settimane fa dopo una valutazione iniziale dei dati del trial.
L’efficacia, misurata sulla base dell’effetto preventivo della forma sintomatica della malattia, è risultata leggermente migliore (53%) se si escludono i dati riguardanti i partecipanti allo studio con età superiore ai 60 anni. La popolazione degli ultrasessantenni è comunque quella maggiormente colpita dalle forme gravi di COVID-19.
CureVac aveva già dichiarato il 16 giugno che la lettura iniziale dei dati relativi al suo vaccino anti COVID-19, noto come CVnCoV, aveva messo in evidenza un’efficacia del 47% solamente e che anche la protezione offerta contro nuove varianti era bassa. Dopo questa comunicazione, la fiducia degli investitori sulle sue capacità di rivaleggiare con i vaccini prodotti dalle aziende concorrenti è scesa e ciò ha determinato una diminuzione del suo valore di mercato di diversi miliardi di euro.
Lo studio CureVac di fase 2b/3, che ha coinvolto circa 40.000 volontari adulti in Europa e in America Latina, ha mostrato un’efficacia del 77% nella fascia di età inferiore ai 60 anni considerando solo le forme da moderate a gravi della malattie ed escludendo quindi i casi lievi.
“In questa analisi finale, CVnCoV dimostra di avere un valore elevato per la salute pubblica perché ha protetto completamente dai ricoveri ospedalieri e dalla morte i partecipanti allo studio nella fascia di età tra i 18 e i 60 anni- commenta il CEO Franz-Werner Haas – Inoltre, il nostro preparato offre una protezione del 77% contro le forme moderate e gravi della malattia. Riteniamo che questi profili di efficacia daranno un importante contributo nella gestione della pandemia di COVID-19”.
Al momento dell’analisi finale, CureVac ha registrato 228 infezioni in totale, a fronte di 134 quando è stata eseguita l’analisi ad interim.
L’EMA ha affermato che non imporrà ai vaccini una soglia di efficacia del 50% e che i dati completi della sperimentazione sono necessari per effettuare una valutazione complessiva sui benefici e sui rischi dei preparati immunizzanti contro il coronavirus.
Nell’ambito dell’unico grande accordo di fornitura di CureVac stipulato a novembre con l’Unione Europea, l’azienda si è impegnata a consegnare fino a 405 milioni di dosi, delle quali 180 milioni sono opzionali. Scommettendo sulla tecnologia di CureVac, anche la Gran Bretagna ha ordinato a febbraio 50 milioni di dosi.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)