Dopo che giganti come McDonalds, Starbucks, Samsung e Coca-Cola si sono sfilate dalla commercializzazione dei loro prodotti in Russia, alcuni osservatori si sono chiesti perché il settore farmaceutico non stia seguendo l’esempio. E il settore si difende dicendo che, poiché forniscono beni salvavita, sono esenti dalle sanzioni imposte da USA e Europa. Lo ha ribadito anche il CEO di Pfizer, Albert Bourla.
Anche l’European Federation of Pharmaceutical Industries and Association, che rappresenta tutte le principali aziende farmaceutiche in Europa, ha dichiarato che i medicinali devono continuare a essere forniti a Ucraina e Russia. Molte delle società che fanno capo all’EFPIA, in particolare Sanofi, Roche e Novo Nordisk, hanno condannato l’invasione e stanno donando forniture all’Ucraina.
Abbott ha offerto due milioni di dollari a sostegno dell’Ucraina, mentre Pfizer ha contribuito per un milione di dollari. Nessuna grande azienda ha annunciato che chiuderà la produzione in Russia o interromperà le vendite dei medicinali nel paese.