Uno studio condotto da ricercatori dell’University of Pittsburgh Medical Center ha rilevato che gli anticorpi monoclonali (mAbs) riducono il rischio di ospedalizzazione o di morte del 39% se somministrati entro due giorni dall’accertamento della positività al test per il COVID-19.
L’indagine ha confrontato i pazienti ai quali sono stati somministrati questi trattamenti con quelli che erano idonei alla somministrazione, ma che non li hanno ricevuti. I malati immunocompromessi hanno registrato un’ulteriore riduzione del rischio di infezione, determinato a 28 giorni.
Nello studio gli esperti dell’University of Pittsburgh Medical Center hanno valutato 2.571 pazienti trattati con anticorpi monoclonali. A questi sono stati confrontati i dati di 5.135 pazienti eleggibili.
La terapia con mAb è stata somministrata in dose singola per via endovenosa a base di bamlanivimab, bamlanivimab-etesevimab, sotrovimab, bebtelovimab o casirivimab-imdevimab per via endovenosa o sottocutanea.
I risultati hanno mostrato che il rischio complessivo di ospedalizzazione o morte a 28 giorni era del 4,6% nei pazienti trattati, rispetto al 7,6% dei pazienti di controllo non trattati.
Lo studio è stato pubblicato da Annals of Internal Medicine.