(Reuters Health) – Remdesivir ha ridotto il rischio di morte in pazienti COVID-19 gravemente malati. A dichiararlo è stata venerdì scorso la stessa Gilead, secondo la quale, tuttavia, sono necessari rigorosi studi clinici per confermare questo ipotetico beneficio, evidenziato nell’ambito dell’analisi di due setting di dati provenienti da uno studio clinico e da un contesto real world.
La biotech USA ha analizzato i dati di 312 pazienti trattati nel suo studio di fase avanzata e, in modo retrospettivo, quelli di una coorte real-world formata da 818 pazienti con caratteristiche e gravità della malattia simili. Lo studio ha valutato sicurezza ed efficacia di una terapia di cinque o dieci giorni di remdesivir nei pazienti ricoverati, ma senza confronto con placebo.
I risultati dell’analisi hanno evidenziato che il 74,4% dei pazienti trattati con remdesivir si è ripreso entro il quattordicesimo giorno, a fronte del 59% dei pazienti che ricevevano le cure standard. Inoltre, il tasso di mortalità per i pazienti trattati con remdesivir era del 7,6% al 14° giorno, contro il 12,5% tra i pazienti che non ricevevano l’antivirale.
Secondo Susan Olender, del Columbia University Irving Medical Center, l’analisi di Gilead dà ulteriore valore alla sperimentazione clinica, anche se i dati non sono “forti” come quelli di un trial clinico controllato e randomizzato.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)