(Reuters Health) – Nonostante i risultati contrastanti ottenuti dagli ultimi studi clinici, Gilead ha inoltrato alla FDA la richiesta di autorizzazione in stato di emergenza all’uso di remdesivir nel trattamento dei pazienti ricoverati con COVID-19 in forma moderata.
A maggio l’ente regolatorio americano aveva autorizzato l’uso di remdesivir per i pazienti ricoverati con COVID-19 grave, giacché i dati raccolti dagli studi clinici avevano dimostrato che il farmaco contribuisce ad accorciare i tempi del ricovero.
I dati più recenti – resi pubblici venerdì scorso da Gilead – hanno invece evidenziato che un ciclo di 5 giorni di terapia per via endovenosa aiuta i pazienti con malattia meno grave, mentre una terapia di 10 giorni non mostrerebbe alcun beneficio.
Diana Brainard, responsabile Gilead della ricerca clinica, ha precisato che la richiesta di autorizzazione presentata alla FDA riguarda tutti i pazienti ricoverati.
L’analisi, condotta su 600 pazienti e pubblicata dal Journal of the American Medical Association (JAMA) ha rilevato che i pazienti con malattia moderata trattati con l’antivirale avevano probabilità di miglioramento significativamente più elevate per alcuni parametri, come la necessità di ricevere ossigeno, rispetto ai pazienti trattati con le cure standard.
Lo studio ha inoltre evidenziato come il 65% dei pazienti trattati con remdesivir abbia lasciato l’ospedale 11 giorni dopo l’inizio della terapia. La percentuale è salita al 70% fra i pazienti trattati per cinque giorni, a fronte del 60% di coloro che avevano ricevuto cure standard.
Gli effetti collaterali più comuni prodotto dall’antivirale sono stati nausea, bassi livelli di potassio nel sangue e mal di testa.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)