(Reuters Health) – L’Istituto Ramazzini finisce sotto la lente d’ingrandimento del Congresso americano. Alcuni rappresentanti ne hanno messo in dubbio la trasparenza nell’attività scientifica e nella gestione dei fondi provenienti dagli USA. L’Istituto italiano, che svolge attività di ricerca sulle cause del cancro, in una nota respinge fermamente le accuse sottolineando che le procedure adottate “aderiscono ai più rigorosi standard scientifici internazionali”. “Respingiamo con forza il tentativo di insinuare dubbi sull’integrità scientifica dell’Istituto Ramazzini”, si legge nella nota. l’Istituto Ramazzini è stato messo sotto pressione dai responsabili delle due commissioni del Congresso che hanno scritto il mese scorso a Tom Price, segretario di U.S. Health and Human Services, per chiedere la documentazione relativa ai legami finanziari con la U.S. National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS). Nella lettera a Price, Lamar Smith e Darin LaHood, rispettivamente presidenti del Science, Space and Technology Committee e dell’ Oversight Subcommittee, si sono detti “preoccupati che gli appalti aggiudicati all’Istituto Ramazzini e suoi affiliati non possano soddisfare adeguati standard di integrità scientifica”. Essi affermano che rapporti e relazioni indicano che negli ultimi 30 anni il NIEHS ha erogato centinaia di milioni di dollari in sovvenzioni alla ‘compagnia’ Ramazzini – scienziati e ricercatori – alcuni dei quali lavorano per l’istituto o sono ad esso affiliati. In risposta, l’Istituto italinao ha affermato nella sua dichiarazione di aver ricevuto 1,5 milioni di euro (1,59 milioni di dollari) come sostegno finanziario dal NIEHS nel periodo 2009-2016, ma che la maggior parte dei suoi finanziamenti proviene sia dai propri membri sia da borse di studio erogate “da un gran numero di autorità italiane ed internazionali”. Negli ultimi 40 anni, l’Istituto Ramazzini (RI) ha condotto diverse centinaia di studi su più di 200 sostanze, tra cui l’amianto, piombo, benzene, formaldeide, diversi pesticidi e additivi alimentari e anche la polvere dalle macerie del World Trade Center.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)